'Ndrangheta: arrestato Pittelli,accusa è concorso esterno
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'Ndrangheta:arrestato Pittelli, accusa è concorso esterno. Avvocato era ai domiciliari, sarà accompagnato in carcere
REGGIO CALABRIA, 19 OTT - Come nel processo "Rinascita-Scott", anche nell'operazione "Malapigna" l'accusa per l'ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli è concorso esterno in associazione mafiosa.
L'indagine ha fatto luce su un traffico di rifiuti gestito dalla cosca Piromalli di Gioia Tauro. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Vincenza Bellini su richiesta della Dda di Reggio Calabria, è stata notificata all'avvocato nella sua abitazione dove Pittelli si trovava agli arresti domiciliari. Dopo le formalità di rito, l'avvocato ed ex parlamentare sarà accompagnato nella casa circondariale.
In aggiornamento
Dda, Pittelli politico di riferimento Piromalli. "Veicolava informazioni in e da carcere per i boss"
Tra persone fisiche e società, sono in tutto 44 gli indagati dell'inchiesta "Mala Pigna" coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha fatto luce su un traffico di rifiuti gestito dalla cosca Piromalli di Gioia Tauro. Per quanto riguarda l'avvocato Giancarlo Pittelli, arrestato per concorso esterno, secondo la Dda era "uomo politico, professionista, faccendiere di riferimento avendo instaurato con la 'ndrangheta uno stabile rapporto 'sinallagmatico'".
Questo rapporto, per i pm, era "caratterizzato dalla perdurante e reciproca disponibilità". Pittelli avrebbe garantito "la sua generale disponibilità nei confronti del sodalizio a risolvere i più svariati problemi degli associati, sfruttando le enormi potenzialità derivanti dai rapporti del medesimo con importanti esponenti delle istituzioni e della pubblica amministrazione". Secondo gli investigatori, infatti, l'ex senatore Pittelli aveva "illimitate possibilità di accesso a notizie riservate e a trattamenti di favore".
Per questo "veicolava informazioni all'interno e all'esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli detenuti in regime carcerario ai sensi dell'articolo 41 bis". I boss che avrebbero usufruito del rapporto con Pittelli sono Giuseppe Piromalli detto "Facciazza" e il figlio Antonio Piromalli reggente della cosca.
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