Ndrangheta: procuratore, Bellocco cosca internazionale 'Impiantato solide basi in area Mar del Plata
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Ndrangheta: procuratore, Bellocco cosca internazionale 'Impiantato solide basi in area Mar del Plata con narcos'
REGGIO CALABRIA, 29 NOVEMBRE - "I Bellocco avevano ormai internazionalizzato le loro attività criminali grazie ad una forte capacità di relazione con altre cosche di 'ndrangheta, come i Morabito e i Mollica di Africo, con cui avevano posto solide basi nell'area platense, tra Buenos Aires e Montevideo, da dove coordinavano l'acquisto e la spedizione di quintali di cocaina verso l'Italia e l'Europa".
Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'operazione 'Magma', eseguita dal Goa, dallo Scico e dal nucleo di polizia finanziaria delle Fiamme Gialle. "I Bellocco - ha aggiunto - avevano da tempo individuato aree intorno a Roma, in Toscana, nella Lombardia e in Veneto per insediare loro referenti in grado non solo di introdurre nella Capitale ingenti quantità di cocaina, ma di avvicinare imprenditori disposti ad operare nel settore della raccolta e del trattamento dei rifiuti solidi urbani a Rosarno".
"L'indagine - ha detto il procuratore aggiunto Gaetano Paci - prende l'avvio dopo il sequestro di 385 chili di cocaina rinvenuti in mare al largo di Gioia Tauro. Da quell'episodio la Guardia di finanza ha ricostruito la rete dei Bellocco che avevano da tempo ormai loro referenti in Sudamerica, i quale avrebbero avuto un ruolo anche nella fuga di Rocco Morabito 'u tamunga', arrestato a Montevideo e in attesa di essere estradato, ma poi riuscito ad evadere dalle carceri uruguaiane.
Tale episodio è sintomatico della forza e dell'affidabilità dei Bellocco, che erano anche riusciti ad inserirsi tra i 'colletti bianchi' del Tribunale di Buenos Aires, riuscendo ad ottenere informazioni riservate su inchieste a loro carico". "I Bellocco - ha detto il comandante dello Scico, il gen. Alessandro Barbera - non si interessavano soltanto di importazione di cocaina dal Sudamerica, ma destinavano alcuni loro membri all'effettuazione di rapine agli uffici postali per autofinanziarsi".
"L'area platense, quella prospiciente al Rio della Plata su cui si affacciano quasi dirimpettaie Buenos Aires e Montevideo, capitale dell'Uruguay - ha detto il comandante regionale della Guardia di finanza, gen. Fabio Contini - è diventata da tempo una zona su cui si sono installati vari gruppi di 'ndrangheta che coordinano i rapporti con i narcos di Colombia, Bolivia e altri paesi Centroamericani.
Peraltro, se dal versante argentino le istituzioni finanziarie di quel Paese hanno istituito una legislazione antiriciclaggio efficace e collaborano con le nostre forze di polizia, in Uruguay, la legislazione attuale non offre la medesima possibilità, lasciando maglie più larghe alle attività della mafia".
"Le attività investigative - ha detto il comandante provinciale delle Fiamme gialle, col. Flavio Urbani - hanno permesso il sequestro di 400 chilogrammi di cocaina, 30 chilogrammi di hashish, 15 chili di marijuana, un fucile d'assalto automatico, tre pistole automatiche, un silenziatore e munizioni di vario calibro".