"Ndrangheta: preso latitante sfuggito cattura in "Rinascita Scott
Cronaca Calabria Vibo Valentia

"Ndrangheta: preso latitante sfuggito cattura in "Rinascita Scott

sabato 5 dicembre, 2020

"Ndrangheta: preso latitante sfuggito cattura in "Rinascita Scott". E' ritenuto il capo di una delle cosche operanti a Vibo  Valentia
VIBO VALENTIA, 05 DIC - I carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno arrestato Rosario Pugliese, di 54 anni, detto "Saro Cassarola" latitante da un anno dopo essere sfuggito alla cattura nell'ambito della maxi operazione contro le cosche di 'ndrangheta del vibonese "Rinascita Scott".

L'uomo è ritenuto dalla Dda di Catanzaro e dai carabinieri, il capo della cosca "Cassarola" operante a Vibo Valentia. Il suo nome figura nell'elenco delle persone rinviate a giudizio due giorni fa dal gup distrettuale di Catanzaro. E' accusato di associazione mafiosa- Nel febbraio scorso, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia avevano eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di quattro persone coinvolte in due consistenti ritrovamenti di armi risalenti al 2019 ed al 6 febbraio 2020 e già detenute per l'operazione "Rinascita-Scott", ritenuti appartenenti alla cosca "Pardea-Ranisi". Le armi trovate, fucili automatici e pistole, oltre a munizioni e giubbotti anti-proiettili, secondo gli investigatori dovevano essere utilizzate per uccidere proprio Pugliese.  


In aggiornamento
Quando ha visto i carabinieri del Nucleo investigativo e dello squadrone "Cacciatori" davanti a sé, non ha proferito parola, ma è rimasto palesemente sorpreso. Rosario Pugliese, alias "Saro Cassarola", il latitante arrestato stamani, era ricercato dal 19 dicembre dello scorso anno. Era uno dei pochi riusciti a scampare alla cattura la mattina di "Rinascita-Scott".

È stato individuato con metodi tradizionali: appostamenti e pedinamenti di persone a lui vicine. Una volta individuato il nascondiglio, i carabinieri stamani sono entrati in azione. L'uomo si nascondeva in un appartamento di Bivona, frazione di Vibo, dotato di tutti i comfort. Una latitanza quasi dorata per il capo dell'omonimo gruppo criminale che i Pardea-Ranisi e Mommo Macrì volevano uccidere e che proprio l'operazione dei carabinieri e della Dda di Catanzaro dello scorso anno sono riusciti ad impedire arrestando anche chi quell'omicidio lo aveva progettato e stava per compierlo.

Pugliese - accusato di associazione mafiosa, e il cui ruolo gli consentiva di impartire disposizioni ai vari sodali della consorteria su attività estorsive e del controllo del territorio - all'interno dell'alloggio di un'anonima palazzina di Bivona, non aveva né cellulari né armi al momento del blitz, a riprova che non sospettava minimamente di essere stato individuato. All'irruzione degli uomini agli ordini dei capitani Alessandro Bui e Alessandro Papuri e coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Nicola Gratteri, non ha opposto resistenza e si è fatto ammanettare mentre tutta la zona era controllata dall'alto da elicottero dell'Ottavo Elinucleo dell'Arma.



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