Catanzaro, 21 luglio 2011 - Per quanto riguarda il provvedimento nei confronti di Spensierato, che interessa circa cinque milioni di beni, trae origine, come precisato dalla Corte di Appello di Catanzaro nel provvedimento appena eseguito, dal "presupposto dell'intervenuta sentenza di condanna dello Spensierato per il delitto di usura commesso tra il 1998 ed il 2001, e della sproporzione tra il valore dei cespiti complessivamente rinvenuti nella disponibilita' del sopra indicato nucleo familiare e le relative capacita' di reddito". [MORE]
Il decreto di confisca notificato a Paolo Ripepi prende le mosse, invece, dalla proposta formulata di iniziativa dal direttore della Dia nel dicembre del 2009, che ha portato prima al sequestro di beni per circa due milioni di beni e ora alla confisca. Ripepi, in particolare, e' stato sorvegliato speciale di pubblica sicurezza e condannato in via definitiva per associazione mafiosa, in quanto coinvolto, con la cosca Mancuso di Limbadi, nell'ambito dell'indagine "Dinasty". I due provvedimenti di confisca, evidenzia una nota, "non solo documentano l' efficacia delle ricostruzioni economico/finanziarie operate dalla Dia di Catanzaro, ma confermano il costante impegno profuso nel contrasto all'illecita accumulazione di ricchezze da parte delle organizzazioni mafiose. Un'attivita' che si inserisce nella piu' generale azione di contrasto condotta contro la criminalita' mafiosa che vede, in particolare, nell' aggressione patrimoniale uno dei "target" principali, perseguito attraverso un collaudato modulo operativo che, con sistematica continuita', applica tutti gli strumenti normativi disponibili nello specifico settore".
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