'Ndrangheta: coop, "giovani rinunciano al lavoro per minacce"
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CATANZARO, 14 GENNAIO 2016 - "No grazie non sono piu' interessato al lavoro che mi propone". Dopo un primo colloquio, decine di candidati declinano l'offerta con le scuse piu' improbabili. Avviene in Calabria, terra con 160 mila inoccupati ( 23,4%), secondo i dati Istat del 2014, tra le piu' povere d'Europa. Motivo delle rinunce? Non sono certo altre opportunita' individuate nel frattempo. I rifiuti derivano da motivi "ambientali"."Vengono, si presentano, fanno il colloquio poi rinunciano. Il fenomeno riguarda soprattutto i cosiddetti lavoratori in conto terzi e in particolare gli scuotitori di ulivi, cioe' coloro che hanno delle macchine agricole a cui offriamo lavoro. Abbiamo fatto appelli anche a organizzazioni di categoria. Inutile... rinunciano" [MORE]
A parlare, in esclusiva con Eleonora Daniele e Klaus Davi per Storie Vere, e' Domenico Luppino, titolare della cooperativa "Giovani in Vita" di Reggio Calabria, in un servizio che andra' in onda prossimamente su Rai Uno e del quale e' stata fornita un'anticipazione stampa. "Piu' volte abbiamo fatto anche annunci. Ne abbiamo chiamati a decine. Si presentano, fanno il colloquio e poi si eclissano con le motivazioni piu' assurde: piove, maltempo, c'e' stato il terremoto, sono malato, mio nonno non sta bene... . Rinunciano dopo avere chiesto conto a chi regge il territorio. La gente sarebbe allettata da questo lavoro. In questo momento - spiega Luppino - stiamo lavorando su quasi 500 ettari di uliveti. Sarebbe un lavoro importante in una terra con una disoccupazione cosi' alta. Evidentemente la forza dell'assoggettamento e' piu' forte della necessita'". Luppino racconta che "i Clan sono arrivati a bruciarci gli ulivi proprio mentre cercavamo di spegnere il fuoco ad altre piante. Ma non ci sentiamo abbandonati dallo Stato. L'attuale giunta regionale della Calabria si e' interessata molto a noi e ci sta aiutando", precisa Luppino nell'intervista a Davi e Daniele. (Agi)