Cronaca
Calciatore investiva soldi in attivita' clan
COSENZA, 30 AGOSTO 2016 - I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone accusate di appartenere a un'organizzazione criminale dedita all'usura e all'estorsione, aggravate dalle finalita' mafiose.[MORE]
Al centro delle indagini c'e' un sodalizio criminale, emanazione delle cosche dei "Cicero-Lanzino" e "Rango-Zingari", egemoni nella citta' di Cosenza. Secondo chi indaga, gli arrestati, utilizzando i capitali della 'ndrangheta, elargivano prestiti con l'imposizione di tassi d'interesse fino al 30% mensile.
Tra le persone arrestate c'e' anche il calciatore F. M., 34 anni, originario di Crotone. F. M., che e' il genero di un altro indagato, ha militato in diverse squadre di calcio, anche in serie A e B, tra cui il Palermo, il Genoa, la Reggina, l'Ascoli, il Parma, il Bologna e il Crotone.
I dettagli dell'operazione verranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terra' alle ore 11 presso la procura della Repubblica di Catanzaro.
Il provvedimento che ha portato stamattina all'arresto di 14 persone, accusate, a vario titolo, di usura e tentato omicidio, scaturisce dalle risultanze investigative incentrate sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Calabrese Violetta, che hanno consentito di fare luce sulla ramificata attivita' di usura posta in essere da un gruppo di persone ritenute legate alle cosche della 'ndrangheta dei Lanzino-Cicero e Rango-Zingari.
Sarebbe stato utilizzato denaro della cosiddetta "bacinella" della 'ndrangheta cosentina per elargire denaro ad usura, a favore di imprenditori in difficolta', soprattutto del settore edile, con l'imposizione di tassi d'interesse fino al 30% mensile.
E' stato accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche con il ricorso a violenze e minacce nei confronti degli stessi imprenditori. E' emersa anche l'imposizione di assunzioni e la realizzazione di lavori edili a favore degli indagati e di loro imprese, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime.
Coinvolto anche il calciatore professionista, attualmente svincolato, F. A. M., militante in passato di numerose societa' calcistiche di serie A e B. Il suo nome e' stato fatto dal pentito Calabrese Violetta, che asserisce che il calciatore avrebbe messo denaro liquido a disposizione dei clan mafiosi, perche' fosse prestato ad usura.
E questo tramite il suocero, L. C., elemento di spicco della cosca Lanzino-Cicero. Dalle indagini e' emerso anche il coinvolgimento di uno degli indagati, M. M., anche lui legato a L.Ca., nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta, fratello del collaboratore di giustizia.
I soldi dei clan per imprenditori in difficolta'
Sono state le dichiarazioni delle vittime a svelare i rapporti usurai tra le cosche e diversi imprenditori cosentini, grazie a soldi che provenivano dalla "bacinella" dei clan. Lo ha svelato il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa che si e' svolta negli uffici della procura. "La forza di questa operazione - ha detto - sono proprio le dichiarazioni delle persone offese, che hanno svelato i rapporti usurai che si erano instaurati nel tempo. Alcuni soggetti sono stati vittime di piu' usurai anche per fare fronte ai vari prestiti".
Secondo Bombardieri "l'operazione da' uno spaccato dell'usura nel Cosentino anche per gli investimenti delle cosche in quell'area. Nel prestare i soldi si specificava che provenivano dalla bacinella delle cosche e venivano prestati sotto questa indicazione che era una minaccia evidente sulla provenienza e sul metodo".
Calciatore F.M. investiva soldi in attivita' clan
Per finanziare i vari prestiti usurai sarebbero stati usati anche i soldi di F. M. calciatore di serie A e B, ora svincolato, che avrebbe messo a disposizione i suoi guadagni. I particolari emergono dall'operazione "Laqueo" che ha portato in carcere gli esponenti delle cosche di Cosenza che avrebbero messo in piedi un imponente giro di usura.
Ad utilizzare i soldi di F. M, che nel suo passato calcistico ha giocato in diverse squadre quali Cosenza, Palermo, Ascoli, Reggina, Genoa, Bologna, Parma, Pescara, Padova e Crotone, sarebbe stato Luisiano Castiglia, suocero dello stesso calciatore. A svelare questi retroscena sono stati il collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese e un imprenditore vittima di usura.
Secondo il contabile dell'associazione di 'ndrangheta, in particolare, " F. M era consapevole che il denaro consegnato al suocero veniva impiegato in attivita' criminali e usuraie". Tra i vantaggi avuti dallo stesso Modesto ci sarebbero stato anche dei lavori effettuati all'abitazione del calciatore da una ditta sotto usura che doveva saldare un debito.(Agi)