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Catanzaro, 6 aprile - La vita di Natuzza verrà raccontata stasera in mondo visione su Rai UNO
Questa sera su Rai Uno, dopo la Via Crucis trasmessa in mondo visione, andrà in onda il documentario dal titolo “Natuzza, la via della Croce”, una figlia di questa terra, una grande calabrese". [MORE]Si tratta di un documentario interamente dedicato alla vita straordinaria di questa semplicissima donna, morta nel 2009 e che proprio il venerdi santo viveva il mistero delle stimmate. Il documentario, realizzato per Rai Vaticano da Pino Nano e Filippo di Giacomo è stato presentato in questi giorni a Catanzaro, visto che lo Speciale ha avuto il sostegno della Regione Calabria. Per la prima volta il grande pubblico italiano avrà la possibilità di ascoltare il racconto integrale della vicenda di questa poverissima donna di Paravati.
Nel corso della trasmissione, con inizio subito dopo la Via Crucis, presieduta da Benedetto XVI, sentiremo dalla voce di Natuzza dei racconti inediti ed avremo modo di vedere una ricostruzione dettagliata della sua vita interamente dedicata a Gesù Cristo.
Natuzza raccontava di essere in grado di “dialogare con gli Angeli e con le anime dei defunti” e chi ha avuto la possibilità di conoscerla da vicino, di parlare con lei, ha avuto modo di sperimentare quanto ciò fosse vero. Durante il corso della sua vita, si è asserito che si siano manifestati una serie di presunti episodi paranormali: apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi e defunti, la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e momenti di estasi. Svariate testimonianze le attribuirono anche il presunto e cosiddetto "dono dell'illuminazione diagnostica", ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore. Per decine di anni ricevette presso la sua abitazione migliaia e migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall'aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie
Negli anni 30-40 il caso di Natuzza divenne un caso difficile da decodificare e da interpretare, ma con l’aiuto dei documentari inediti presso l’archivio storico dell’Università Cattolica di Milano, lo speciale propone per la prima volta in Tv su Rai 1, il lungo carteggio epistolare che ci fu, allora, tra il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Paolo Albera, e il rettore della Cattolica di Milano padre Agostino Gemelli. Il caso di Natuzza , il c.d. “il caso Evolo” venne trattato come un caso di “isteria”. "Da questo speciale - ha sostenuto Simeon, che ha raccontato la sua esperienza personale di conoscenza con Natuzza - è venuta fuori la fede di una donna calabrese molto semplice che ha avuto modo di vivere in maniera intensa il percorso cristiano". “Trattandosi di un programma interamente dedicato a mamma Natuzza’ – ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – siamo certi che non si poteva trovare uno strumento migliore per guardare con una luce positiva questa regione, per troppi anni rimasta ai margini dei grandi sistemi di comunicazione globale. Si tratta del messaggio positivo di una donna calabrese straordinaria”. Per la figlia Angela ''“è stato quello di essere riuscita a condurre con grande semplicità e normalità la sua esistenza, senza farci mancare mai nulla, insegnandoci il grande valore della semplicità e della fratellanza. Il vero miracolo è stato quello di essere una mamma normale nella sua straordinarietà”.
M.S.