Nasce il Microcredito5Stelle: dagli stipendi restituiti alle imprese
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ROMA, 5 MARZO 2015 - Presentato a Roma, al Nuovo Mercato di Testaccio, il progetto per le piccole e medie imprese del MoVimento 5 Stelle. Centro di economia reale, laddove l'economia vive la sua parte tangibile, non mostrando numeri, formule e percentuali: "la location non è casuale", anticipava Alessandro Di Battista, esponente di punta dei pentastellati.
Cavallo di battaglia della compagine di Beppe Grillo alle elezioni del 2013, il Microcredito a 5 Stelle è finalmente realtà. La promessa, sottoscritta da tutti i parlamentari eletti tra le file dei pentastellati, di ridursi le indennità di carica è stata mantenuta: la metà degli stipendi dei deputati e senatori grillini è andata ad ingrossare le casse di un Fondo per il Microcredito alle imprese gestito, cosa importante per la garanzia di indipendenza ed equità del Fondo stesso, dal Ministero dello Sviluppo Economico.
La guerra degli scontrini e dei rendiconti, così ironicamente definita da qualcuno, trovata populistica per qualche altro, ha fruttato 10 milioni di euro.
[MORE]Sul blog del leader politico del MoVimento i toni sono trionfalistici: “Abbiamo lottato duramente per quasi due anni e alla fine abbiamo ottenuto i due decreti attuativi che permettono di attivare il capitolo di bilancio, l'individuazione dei destinatari e le modulistiche per l'accesso. Per il prestito, che ha un tetto di 25mila euro (con un'integrazione ulteriore possibile di 10mila, per un totale di 35mila euro), non servono garanzie reali,basta un business plan e un'idea sostenibile di impresa. Il credito viene erogato a tassi molto bassi su un termine fino a 7-10 anni”. Fondamentale proprio questa parte. Il credito, per le piccole e medie imprese, in Italia è difficilmente accessibile: le garanzie fornite dai giovani imprenditori, spesso, non sono sufficenti per l'esposizione delle banche al rischio del finanziamento. Il prestito stanziato dal Fondo sarà, invece, 'garantito' dal fine stesso del Fondo: un piano imprenditoriale adeguato e futuribile basterà per accedervi.
“La cosa più importante è che la garanzia del fondo viene erogata senza la tagliola della valutazione economico-finanziaria del beneficiario da parte del gestore. Noi pretenderemo sempre trasparenza, però non potremo mai influire nel merito (sarebbe reato). Dunque, non gestione ma controllo”. Sarà, perciò, il Mise a determinare chi ne avrà diritto: duemila imprese avranno subito accesso al Fondo (oggi costituito dai 10 milioni di euro derivanti dal gettito degli emolumenti restituiti dai 5 Stelle, più i fondi stanziati dal Mise, per un totale di 40 milioni di euro), autoalimentandosi allo stesso modo e dalle rate restituite dai percettori del prestito.
Beneficiari delle somme messe a disposizioni del Fondo, “persone fisiche con partita Iva da meno di cinque anni, Srl semplificate, associazioni, cooperative (fino a dieci dipendenti) e microimprese (fino a cinque addetti). [..] Il cittadino può rivolgersi ai consulenti del lavoro, individuando lo sportello della propria provincia, per avere tutte le informazioni su come ottenere il finanziamento”, come riporta il post dedicato su beppegrillo.it.
Ed il gruppo parlamentare del M5S rivendica con forza la vittoria: “Grazie alla pressione del M5S nasce finalmente il microcredito di Stato (finora esistente solo a livello regionale) e viene data concretezza al lontanissimo Testo unico bancario. Il Paese degli onesti prende per mano quello che vuole rilanciare il Paese. L'Italia rialza la testa e guarda al futuro”.
Salvatore Remorgida