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Roma, 29 aprile 2011. – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per ottenere informazioni sulla volontà del Governo e della sua maggioranza di continuare le operazioni in Libia secondo la risoluzione Onu e il programma militare stabilito dalla Nato. Napolitano ha chiesto coerenza al Governo rispetto agli impegni esteri già assunti dall’Italia nel mese di Marzo con i Paesi alleati. [MORE]
Le posizioni assunte nelle ultime ore da alcuni autorevoli esponenti della Lega Nord, contrari ad azioni militari in Libia, hanno infatti indotto il Capo dello Stato ad accertarsi con ragionevole certezza che dal prossimo voto parlamentare si dia continuità alle scelte già prese e non si crei una frattura politica all’interno della stessa maggioranza di Governo, né si crei una situazione di stallo tale che l’immagine dell’Italia al cospetto dei paesi alleati ne risulti danneggiata.
Il leader della Lega Umberto Bossi ha tuttavia escluso che la questione Libia possa nuocere al futuro del Governo. Nel corso di un comizio a Domodossola ha infatti espresso l’intenzione di sostenere l’esecutivo, pur senza negare il pensiero diffusosi tra i leghisti. Ovvero che un’azione militare in Libia comporta il rischio di nuovi sbarchi e nuovi clandestini.
Inoltre, secondo quanto dichiarato da Bossi, sull’intervento in Libia mancano le risorse per coprire i costi delle operazioni militari che, col rischio di dover essere finanziate con nuove tasse per i contribuenti, potrebbero anche protrarsi e costringere ad una azione di terra.
Le preoccupazioni di Napolitano tuttavia rimangono attuali. Il 3 Maggio saranno discusse in aula le mozioni presentate degli schieramenti parlamentari, e in vista delle prossime elezioni amministrative ciascun partito potrebbe cavalcare l’onda emotiva del proprio elettorato, per non perdere o al contrario aumentare il suo consenso. Uniti al livello locale, Pdl e Lega si confronteranno infatti sul delicato tema della politica estera, dove la maggioranza di Governo rischia di scollarsi senza poter contare sull’intervento dell’opposizione, che, malgrado l'appello al senso di responsabilità del Capo dell Stato, attende invece una loro divisione per ufficializzare la crisi di Governo.