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ROMA, 19 APRILE 2014 – «Belle e forti parole Napolitano, suggello di un anno che era iniziato col tracollo istituzionale. Grati a lui per il sacrificio e la speranza». Così ha commentato - su twitter - l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta la missiva del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pubblicata ieri sul Corriere della Sera, a un anno dal bis storico al Colle.
Un anno non facile per la storia della Repubblica, come ha ricordato il Capo dello Stato nella richiamata lettera, a partire dall’impossibilità di sottrarsi alla responsabilità di un secondo mandato, sempre all’insegna della tutela dell’unità nazionale, così come il suo primo settennato. Un anno particolarmente duro, sul piano personale come su quello politico, che ha conosciuto il suo culmine nella richiesta d’impeachment, poi rapidamente archiviata. Napolitano non ha voluto soffermarsi «su fatti, atteggiamenti, intrighi che hanno concorso a gettare ombre e discredito, ben al di là di ogni legittima critica e riserva, sulla mia persona e sull’istituzione che rappresento», ribadendo di essersi costantemente «sforzato di mantenere la serenità indispensabile per fare il mio dovere, per rispondere alle esigenze del Paese e della vita democratica».
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«Lati oscuri» e «incognite» a parte, il bilancio delineato è per il Presidente «positivo»: sul fronte delle condizioni economico-finanziarie si è registrato un miglioramento, pur lieve, e quanto al processo riformista, si è «messo in moto», non «bloccato» dalla recente crisi di governo e dal successivo cambio di maggioranza, anzi «accelerato». Ad ogni modo, il percorso ad oggi compiuto è perfezionabile «nel chiarificatore esercizio del semestre italiano di presidenza europea», soprattutto sul versante delle riforme costituzionali, un ambito in cui Napolitano ha precisato la sua disponibilità «al confronto verso le posizioni critiche di “alcuni costituzionalisti” cui d’altronde sono stato legato in tempi non lontani da rapporti di stima reciproca».
Possibile abdicazione di re Giorgio? Un congedo, velato, traspare dal seguente passaggio conclusivo della lettera: «Confido che stiano per realizzarsi condizioni di maggior sicurezza, nel cambiamento, per il nostro sistema politico-costituzionale, che mi consentano di prevedere un distacco comprensibile e costruttivo dalle responsabilità che un anno fa mi risolsi ad assumere entro chiari limiti di necessità istituzionale e di sostenibilità personale».
Infine, sembra opportuno ricordare le parole che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva pronunciato nel corso della sua visita al Quirinale del 27 marzo scorso: «L’Italia è fortunata ad avere un uomo di Stato così forte, che aiuta il paese in momenti così difficili».
(Foto: formiche.net)
Domenico Carelli