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NAPOLI, 13 OTTOBRE 2013 - “ Una festa decisamente sottotono rispetto alle aspettative che alla vigilia venivano sbandierate – afferma Gennaro Capodanno,p residente del Comitato Valori collinari -. Peraltro con un’organizzazione molto approssimata che non ha tenuto conto che la creazione di tanti punti di attrazione privi di una regia e di un momento comune avrebbe generale una naturale dispersione con flussi migratori in costante movimento, creando solo caos e disordine “.
“ Anche se i soliti disinformati si sbracceranno per enfatizzare il successo di un’iniziativa che i residenti hanno mal digerito, sia perché sono stati privati della possibilità di utilizzare i propri automezzi, sia perché in alcune zone sono stati costretti a fare la “notte in bianco” visto che si è suonato ad alto volume sino alle tre di notte –continua Capodanno -, è bene che si sappia che si è trattato invece un grande flop, sotto diversi aspetti “.
“ Soprattutto tenendo conto di quanto era stato dichiarato all'atto della sua presentazione – ricorda Capodanno – vale a dire che doveva essere un'occasione per favorire le attività economico-commerciali in un momento difficile. Il risultato è stato che molti commercianti vomeresi non hanno creduto alla bontà di un evento organizzato peraltro di sabato quando già l’affluenza è notevole e senza particolari incentivazioni a fronte di ulteriori costi da sostenere. Sicché, a fine giornata, hanno abbassato le saracinesche come negli altri giorni “.
“ Evidentemente – sottolinea Capodanno -, anche alla luce delle negative esperienze pregresse, non si reputa da parte degli esercenti a posto fisso che manifestazioni puntuali di questo tipo, isolate da un contesto più ampio e generale da programmare nel tempo, possano risollevare la situazione determinata dalla grave crisi che attanaglia il terziario commerciale “.
“ Di fatto – puntualizza Capodanno -, queste sporadiche iniziative, che cercano solo il successo numerico, per la quantità e non certo per la qualità delle presenze, favoriscono solo l'ambulantato d'occasione che riesce a raggranellare, come nelle sagre paesane, vendendo prodotti alimentari, cucinati e distribuiti per strada, in discutibili condizioni igienico-sanitarie, una manciata di quattrini sufficiente per sbarcare il lunario, non dovendo peraltro sostenere gli oneri e le spese del commerciante a posto fisso. Nella notte bianca c’erano centinaia di “bancarellari” che occupavano ogni angolo di strada e, come nelle sagre paesane, non mancava lo zucchero filato, il popcorn e finanche il tirassegno “.
“ Quanto alla cultura e all'arte è meglio non affrontare l’argomento – conclude Capodanno -. Non è articolo per chi organizza questo tipo di manifestazioni. Se mai dovesse ripetersi un’iniziativa del genere nei prossimi anni, cosa che di certo non auspichiamo, andrebbe chiamata più propriamente la sagra delle salcicce e friarielli o della trippa e carne cotta “[MORE]
(notizia segnalata da Gennaro Capodanno)