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NAPOLI, 18 Settembre - Eh si, avete letto bene. Esordisce infatti così nella telecronaca su sky Fabio Caressa, invertendo la classifica reale e dimostrando che ormai sarebbe il caso di lasciare il posto ai vari Compagnoni, Marianella e Trevisani, sicuramente più bravi e preparati.
Il Napoli vince la sua seconda partita e conferma il primato in classifica lasciando ben 5 punti di distanza sul Milan, ma anche sull’Inter, la Lazio e la Roma, con la sola Juventus che al momento tiene il passo degli azzurri.[MORE]
Certo è presto per guardare la classifica, ma intanto si nota la differenza rispetto allo scorso anno. La Lazio non ha la forza e la tecnica per primeggiare, nonostante un mercato niente male macchiato solo dalla cessione incomprensibile di Zarate all’Inter; la Roma ha ancora bisogno di tempo per memorizzare ed attuare alla perfezione le geometrie di Luis Enrique; l’Inter non è meno forte dello scorso anno ma in molti sono convinti che Gasperini a stento festeggerà il Natale alla Pinetina; il Milan, nonostante venga considerato da tutti la squadra da battere, in realtà non ha nulla di speciale e non ha una panchina adeguata alle proprie ambizioni; la Juventus ha cambiato tantissimo, forse troppo per reggere a lungo ad alti livelli.
Detto questo, il Napoli è la stessa squadra della passata stagione con qualche differenza non di poco conto: ora a centrocampo c’è un signor giocatore di nome Inler, capace di fare reparto da solo sia che si tratti di spezzare il gioco avversario, che di dare il via alle azioni azzurre; e, cosa ancora più importante, i panchinari sono allo stesso livello dei titolari, se non addirittura più forti.
Conclusione: il Napoli è la favorita per lo scudetto 2011/2012.
La partita di stasera ha dimostrato in pieno quanto suddetto: nonostante il Napoli sia partito molto in sordina, quasi intimorito dalla squadra che è riuscita a pareggiare al Camp Nou (ma chi ha visto la partita sa che si è trattato di pura fortuna!), alla fine ha stravinto e messo alle corde i rossoneri.
Probabilmente il gol di Aquilani è servito più a dare morale agli azzurri che a rafforzare il gioco dei rossoneri.
“Ma come, stiamo perdendo contro un Milan che non ha gioco? Non esiste!” questo deve essere passato nella mente dei giocatori, e sicuramente dei tifosi partenopei tutti.
Si perché in realtà la partenza a rallenty del Napoli non ha per niente dato forza al Milan che si è limitato a fare melina in difesa dai primi minuti, ed è sembrato evidente come l’assenza di Pirlo quest’anno peserà più di quanto si pensava. Tra l’altro la squadra è estremamente fallosa (ma questa è sempre stata una caratteristica dei milanisti!) e simulatrice fino allo sfinimento, dell’arbitro e credo anche dei tifosi stessi.
Il Napoli invece comincia a rendersi conto di quanto possa far male se gioca come sa, e soprattutto se Cavani continua questa stagione come ha terminato la precedente: a suon di gol.
Tripletta per lui stasera e finalmente anche in Italia il pallone va a casa del goleador.
Primo gol su imbeccata di testa di Maggio con perfetto rasoterra a volo di destro; secondo gol su perfetto contropiede di Gargano e tiro che sembra a girare sul secondo palo come l’anno scorso contro il Cesena e invece si insacca potente sul primo; terzo gol con un sinistro a volo su ribattuta della difesa a centro area.
Ottima prova del Napoli e 3 punti d’oro nonostante:
- Un arbitraggio insufficiente: Pato simula falli in continuazione e non viene ammonito, Nesta reagisce ad un fallo di Aronica non così grave ed ammonizione per entrambi (sarebbe rosso da regolamento!), ammonizione a Gargano per fallo generico e in un nano-secondo anche a Cavani per accenno di protesta.
- La presenza di Aronica nella difesa partenopea che sempre più dimostra la sua lontananza dall’alto livello medio raggiunto dai suoi compagni, sarebbe ora che trovasse posto in panchina.
- Un De Sanctis che continua imperterrito ad essere un problema per la sua difesa più che un baluardo, nulla da dire sull’intervento strepitoso da terra a respingere il tiro di Aquilani, ma non è affatto in grado di gestire l’area piccola e non esce mai, rendendo così complicata anche la situazione più innocua e costringendo i compagni a fare salvataggi miracolosi (leggasi quello di Zuniga su Pato). Forse è il caso di dare fiducia a Rosati.
Chiudo ripetendo le stesse parole usate in un mio commento l’anno scorso: ci vorrebbe un’ovazione speciale ogni domenica per Campagnaro e Maggio…atleticamente parlando sono di un altro pianeta!