Mourinho e il manifesto dell'anticalcio: ordina di essere brutti, sporchi e cattivi
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FIRENZE, 20 SETTEMBRE 2011- Fare un "copia e incolla" delle dichiarazioni di Josè Mourinho dopo una sconfitta sarebbe semplice e sicuro. Già, perché la solfa è sempre la stessa: arbitraggio scandaloso, avversari simulatori, provocatori e scorretti. La sintesi delle poche sconfitte dello Special One si racchiude in queste parole.[MORE] Dopo la partita persa per 1-0 contro il Levante sono arrivate le solite pesanti polemiche del portoghese che, come consuetudine, usa la sciabola e non certo il fioretto nei suoi affondi “Faccio i miei complimenti al Levante. Loro specialmente quando giocano tra le mura amiche sono bravissimi a simulare, a provocare e a perdere tempo.
A me piacerebbe che anche la mia squadra si comportasse in questo modo. Noi purtroppo contro questo tipo di squadre soffriamo e non riusciamo mai ad adattarci. L’esempio arriva proprio da Khedira che è caduto nella trappola ed ha pagato con un' espulsione. Sono cosciente che siamo in parte responsabili di questa sconfitta anche se le colpe ce le ha anche l’arbitro che non ha concesso un rigore netto e ha soprasseduto su una espulsione sacrosanta”.
Nulla di nuovo rispetto ad altre infuocate interviste rilasciate al termine di una sconfitta se non l’invito, paradossale e provocatorio, ai suoi giocatori di imitare i tanto criticati avversari. Un duro tentativo di spronare i suoi ragazzi o uno sfogo che esplica la vera concezione del calcio di Mou? L’equazione tra calcio spettacolo e l’ex tecnico interista non è propriamente esatta. Mourinho non ha mai nascosto di preferire squadre concrete, ciniche e solide; dribbling esagerati e colpi di tacco sono sempre stati mal tollerati persino in allenamento.
E poi l’aspetto psicologico. Il vero punto di forza del tecnico di Setubal, per i maligni forse l’unico. Da questa angolatura le sue dichiarazioni trovano un senso, che tuttavia fanno poco onore all’allenatore del triplete nerazzurro. Tutti hanno un debole per coloro che dicono quello che pensano ma ogni tanto sarebbe opportuno anche il contrario. Questo osannato “manifesto dell’anticalcio” di Mou non può essere accettato. Soprattutto perché viene da un allenatore formidabile e vincente. Lo squallido paradosso del calcio moderno: vincere, non importa come. Un messaggio negativo che va, assolutamente, stigmatizzato senza partigianerie di sorta.
Possono essere accettate, a denti stretti, le mille provocazioni, seppur indice di una totale mancanza di rispetto, del portoghese davanti alle telecamere ma questa sua ferrea volontà di trasmettere ai suoi campioni lo stesso atteggiamento è un fatto grave che rischia di rovinare l’immagine del tecnico e dei giocatori. Da eccellente motivatore Mou rischia di diventare un avventato demolitore, con tutte le controproducenti conseguenze del caso. Godere per un risultato della propria squadra ottenuto sistematicamente in modo scorretto e antisportivo diverrebbe un caso di coscienza per milioni di tifosi, i tifosi “veri” si intende. Mourinho dopo il dito nell’occhio a Villanova, vice di Guardiola, rifila un pugno all’intero mondo del calcio.
Davide Scaglione