Morto il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, veterano di Hollywood
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Morto il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, veterano di Hollywood

domenica 2 febbraio, 2014

PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, NOTO ATTORE DI 46 ANNI, TROVATO MORTO A MANHATTAN. IPOTESI OVERDOSE. AVEVA VINTO UN OSCAR E PROGETTAVA UN FILM CON AMY ADAMS E JAKE GYLLENHAAL. 

Continua il periodo terribile del cinema, ultimamente funestato da una serie di lutti (tra i più recenti, quelli di Paul Walker, Peter O' Toole e Riz Ortolani). Scompare inaspettatamente il grandissimo attore Philip Seymour Hoffman, una di quelle personalità per le quali davvero non si potrà parlare di elogi postumi di circostanza, considerando la straordinaria carriera, ma soprattutto il fatto che fosse ancora nel pieno della propria ascesa.

Il corpo dell'attore, premio Oscar nel 2005 per il film Capote di Bennett Miller, è stato trovato senza vita nel proprio appartamento a Manhattan, nel Greenwich Village. Dai primi rilievi della polizia di New York pare che il motivo più probabile sia un'overdose, secondo quanto riportato dal New York Post.

46 anni, Philip Seymour Hoffmann aveva ammesso in passato di aver avuto dei problemi di dipendenza dalla droga. Che fosse ancora sulla cresta dell'onda, lo confermano le recenti nomination agli Oscar: 2008, La guerra di Charlie Wilson; 2009, Il dubbio; 2013, The Master, film di Paul Thomas Anderson che gli aveva consentito anche di vincere l'ambita Coppa Volpi al Festival di Venezia. [MORE] Non solo: fino a poche ore fa circolavano notizie su un importante film in lavorazione con Amy Adams e Jake Gyllenhaal, ambientato nel periodo della Grande Depressione e destinato ad intitolarsi Eziekel Moss. Questa volta  Hoffman sarebbe stato dietro la macchina da presa. Non si sarebbe trattato  del primo film da regista: l'attore aveva già diretto l'apprezzato Jack Goes Boating nel 2010. Inaspettata la notizia della sua dipartita, probabile un meritato omaggio in occasione della cerimonia degli Oscar (5 marzo).

LA CARRIERA: DALLA TELEVISIONE AL TEATRO, FINO AL PALCOSCENICO DEGLI ACADEMY AWARDS

Carriera col diesel, ma poi lanciatissima. Nasce a Fairport da madre magistrato e padre manager della Xerox, manifestando precoce inclinazione all'arte della recitazione. Calca le scene newyorchesi e si laurea presso la Tisch School of the Arts University nel 1989, debuttando per una platea più vasta due anni dopo in un episodio della serie tv Law & Order - I due volti della giustizia.

Nel 1991 approda sul grande schermo nella comedy Triple Bogey on a Par Five Hole, dopo la quale fioccheranno le chiamate di rilievo. L'anno seguente è al fianco di Al Pacino nel capolavoro di Martin Brest Profumo di Donna, nei panni del figlio di papà dai modi untuosi. Segue l'inizio della collaborazione con Paul Thomas Anderson che lo ingaggia nel thriller Sydney, rinnovando il sodalizio in altri titoli di successo: Boogie Nights - L'altra Hollywood, Magnolia, Ubriaco d'amore, il corto Mattress Man Commercial.

Dopo aver chiuso alla grande il millennio, prima con Il grande Lewbowski dei fratelli Coen, poi proprio con Magnolia, infine con Il talento di Mr. Ripley, negli anni duemila partecipa a numerose pellicole con ruoli mai marginali (spiccano La 25esima ora di Spike Lee, in cui affianca Edward Norton come già in Red dragon, entrambe del 2002, e Onora il padre e la madre di Sidney Lumet). Arrivano poi le nomination già citate agli Oscar e la Coppa Volpi, ma il vero apice è trascurato dalla distribuzione: lo straordinario Synecdoche, New York, diretto da Charlie Kaufman, sceneggiatore di Gondry e Jonze, mai arrivato in Italia. 

Negli ultimi anni dà ulteriore prova di versatiltà oscillando da un ruolo scanzonato come quello della commedia I Love Radio Rock,  al drammatico Le idi di marzo di George Clooney, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. L'anno successivo è sul grande schermo al fianco di Brad Pitt ne L'arte di vincere, reincontrando quel Bennett Miller che gli aveva fatto vincere l'Oscar per il film su Truman Capote.

Di recente, oltre alla già citata Coppa Volpi guadagnata grazie al film The Master, va ricordato il ruolo drammatico, in un contesto "corale", nel complesso intreccio sentimentale di Una fragile armonia. Numerosi i riconoscimenti a Broadway e le opere da regista teatrale: l'auspicio di insistere sulla regia al cinema era più di una velleità. Resta un grande rimpianto. 

Qui la recensione di Una fragile armonia
Qui la recensione di The Master

A.M.

 


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