Morte Stefano Cucchi, Alfano indotto a dichiarare il falso
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ROMA, 28 febbraio - Non si placano le polemiche sul caso Cucchi, il geometra romano ucciso il 22 ottobre 2009 durante la custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli, in apertura di udienza del processo bis, esordisce con parole dure il pm Giovanni Musarò - "In questa vicenda si è giocata una partita truccata, con carte segnate. Una partita giocata sulle è spalle di una famiglia: qui c'è in gioco la credibilità di un intero sistema".
Il processo che vede imputati 5 carabinieri con l'accusa di omicidio preterintenzionale ed iniziato a pochi giorni dall'accaduto, il 22 ottobre, secondo i magistrati si fonda sul falso. La manovra tattica diretta a disorientare le indagini fu indotta da Patrizio Gonnella e Luigi Manconi con il lancio di un comunicato all'agenzia Ansa denunciando pubblicamente che Stefano Cucchi al momento dell'arresto stava bene e non aveva segni sul viso, segni che invece vennero visti il giorno dopo dal padre del ragazzo ormai defunto, all'avvio del processo per direttissima. Si scatena il putiferio nel Comando Generale dell'Arma che richiede urgentissime notizie di chiarimenti.
La sommatoria di tutte le dichiarazioni false elargite dai responsabili, portarono l'allora Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, a dichiarazioni ingannevoli durante il question-time alla Camera, per il pm il Ministro, per paradosso, si limitò a "riferire il falso perché falsi erano gli atti", per l'accusa quindi fu inconsapevolmente indotto.
Un caso giuridico che si è protratto per quasi 10 anni, divenuto poi un caso mediatico in nome della necessità alla verità che ha contraddistinto la famiglia Cucchi ad andare in fondo alla vicenda, un caso che ha smosso anche le coscienze in primis quelle dei colpevoli, crolla infatti il muro delle menzogne per bocca del carabiniere Francesco Tedesco -"La lettura del capo d’imputazione per omicidio preterintenzionale mi ha colpito molto, perché il fatto descritto corrisponde a ciò che ho visto io. Solo a quel punto ho compreso appieno la gravità dei fatti, e ho deciso di dire quello che ho visto, per una questione di coscienza. Prima credevo che la vicenda fosse una gonfiata mediatica, poi ho riflettuto e non sono riuscito più a tenermi dentro questo peso".
Nelle ultime ore di luce del 15 ottobre 2009, secondo i pm del processo bis, sarebbero avvenute le percosse che portarono alla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre, una settimana dopo il suo arresto nel reparto detenuti dell'ospedale romano Sandro Pertini, al momento del decesso pesava solamente 37 chilogrammi.
Laura Fantini
fonte immagine zon.it