Monza: 16enne lasciato fuori dall'aula perchè gay
Cronaca Lombardia

Monza: 16enne lasciato fuori dall'aula perchè gay

martedì 29 settembre, 2015

MONZA, 29 SETTEMBRE 2015 - Un ragazzo di 16 anni è stato lasciato fuori dalla classe perchè gay. L'episodio è avvenuto mercoledì scorso in un istituto professionale cattolico di Monza.

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Il ragazzo in questione è originario dei paesi dell'Est e da tempo ha dichiarato la sua omosessualità. Sul suo profilo instagram il 16enne avrebbe pubblicato una foto a torso nuro in compagnia di un altro ragazzo al mare. La cosa non è stata gradita dal preside dell'istituto, Adriano Corioni, che l'ha definito addirittura un atto "pedopornografico", per cui ha ritenuto opportuno allontanare il ragazzo dal resto dei compagni di classe, confinandolo da solo in un banco posto lungo il corridoio. La notizia è stata divulgata dal Giornale di Monza, a seguito di una lettera che il padre del giovane avrebbe indirizzato al preside, dopo che il ragazzo ha raccontato l'episodio alla madre, che ha poi dichiarato al riguardo: "Per la scuola il problema è che lui è gay dichiarato. Quando ho chiesto come mai fosse in corridoio, mi hanno spiegato che è per via di una fotografia pubblicata su Instagram. Secondo la scuola, influenza negativamente gli altri ragazzini, che vanno protetti". Una situazione per la famiglia inaccettabile. Proprio l'anno scorso, dopo che il giovane aveva fatto coming out, la famiglia aveva chiesto supporto alla scuola appunto per evitare che si verificassero episodi di discriminazione sessuale. Di conseguenza è stata esposta anche denuncia, e la madre del giovane il giorno seguente si è diretta a scuola in compagnia dei Carabinieri. A quel punto il ragazzo è stato riammesso in classe. Il preside Corioni ha giustificato la vicenda sostenendo che "I compagni del ragazzo, a cui lui aveva mostrato la foto sul social network, hanno prima chiesto e ottenuto dal sito la rimozione dell'immagine pedopornografica, e dopo si sono rivolti agli insegnanti. A quel punto abbiamo deciso di sistemare il ragazzo in un postazione a parte, insieme con un educatore, come facciamo quando uno dei nostri corsisti di approfondire un argomento di studio. In attesa di parlare sia con la famiglia, sia con i servizi sociali che hanno in carico il ragazzo. E per capire come affrontare la questione con i compagni ed evitare discussioni in classe". La decisione della scuola, quindi, sarebbe legata soprattutto alla volontà di evitare l'insorgere di problemi in aula: "Non è questione di discriminazione, i cristiani non discriminano: accettiamo tutti, abbiamo ragazzi di tutte le religioni. Volevamo proteggere sia il corsista sia i suoi compagni".

 

(foto:fidelityhouse)

Filomena I. Gaudioso


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