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ROMA, 28 MARZO 2012 - Il premier Monti, attualmente in Giappone per una visita di quattro giorni, si è detto “fiducioso” sulla possibilità che la riforma del lavoro passi e che venga approvata dal parlamento in tempi brevi, prima dell'estate. «Sono fiducioso – ha dichiarato durante una conferenza stampa a Tokyo - perché il caso precedente delle pensioni mi lascia ben sperare. Una parte della riforma è accettata da tutti, non stranamente è quella parte che implica una spesa da parte del governo. Ma ci sono anche altre parti della riforma, che noi riteniamo strettamente complementari al pacchetto per fare in modo che sia una buona riforma, che rappresentano una medicina più amara da ingoiare». «Crediamo – ha aggiunto - che questa riforma del lavoro sia per i lavoratori e specialmente per quelli giovani e disoccupati».
Durante la conferenza stampa organizzata dal colosso editoriale giapponese Nikkei, Monti ha espresso anche la sua fiducia nel fatto che la riforma venga accettata nel Paese. Una riforma che «certamente provoca alcuni risentimenti e discussioni anche aspre in questo momento nel Paese» ma che, secondo il presidente del Consiglio, verrà percepita dagli italiani come «un passo necessario nell'interesse dei lavoratori» che «promuoverà l'interesse dei lavoratori, sia attuali che futuri, in modo più efficace di quanto non lo faccia l'attuale sistema che, mi spiace, ma scoraggia le imprese italiane dagli investimenti nel Paese, così come quelle straniere».[MORE]
Monti ha poi sostenuto che, secondo i sondaggi d'opinione, il governo ha «un alto consenso» nel Paese, a differenza dei partiti. Ciò è dovuto, secondo il premier, al fatto che gli italiani sembrano apprezzare «un modo moderato e non gridato di affrontare i veri problemi», ma anche al fatto che il governo sia e venga percepito come «una breve eccezione». Aspetti che potrebbero contribuire, secondo Monti, ad una trasformazione del Paese. Una trasformazione che potrebbe interessare non solo gli aspetti economici e occupazionali, ma anche istituzionali. «Quando i partiti torneranno al potere - ha sostenuto - credo che saranno lievemente diversi perché saranno più consapevoli che c'è una domanda di governance da parte dei cittadini, mentre forse in passato è mancata l'offerta di governance» perché si aveva il solo «obiettivo di corto periodo delle prossime elezioni, mentre ora gli italiani sembrano capire che la cosa importante è l'interesse di lungo periodo del Paese». «Quindi – ha concluso - anche l'obiezione sulla stabilità del sistema politico deve essere circoscritta e non credo resista ad una più equilibrata e matura analisi».
Serena Casu
(foto Agi)