Monito Corte dei Conti, la pressione fiscale italiana oltre 45%: "Un livello come pochi al   mondo"
Economia Lazio

Monito Corte dei Conti, la pressione fiscale italiana oltre 45%: "Un livello come pochi al mondo"

mercoledì 14 marzo, 2012

ROMA, 14 MARZO 2012- Ieri, durante un'audizione in commissione Bilancio della Camera, il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, ha sostenuto che, "La pressione fiscale si avvia a superare il 45% del pil, un livello che ha pochi confronti nel mondo". Prosegue Giampaolino, "Sulla spinte dell'emergenza, le ripetute manovre di aggiustamento finanziario condotte nel 2011 hanno operato soprattutto dal lato dell'aumento della pressione fiscale, piuttosto che, come sarebbe stato desiderabile, dal lato della riduzione della spesa".

Come ha evidenziato il presidente, "A cio' bisogna aggiungere che l'evasione fiscale e' pari al 10%-12% del pil; di conseguenza sui contribuenti fedeli grava un carico tributario sicuramente eccessivo". Il suddetto scenario, non fa altro che peggiorare la già delicata situazione le imprese. Sottolinea Giampaolino, "Il confronto con l'Europa segnala per l'Italia un'elevata pressione fiscale, una distribuzione del prelievo che penalizza i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e patrimoni. La dimensione dell'evasione fiscale, inoltre, colloca il nostro paese ai vertici delle graduatorie europee".

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Attraverso le manovre del 2011, secondo gli esperti della magistratura contabile, "e' stato avviato un rimescolamento che dovrebbe aver ridotto le distanze che ci separano dall'Europa sul piano distributivo. In particolare, per quanto riguarda il peso dei tributi sui consumi che, grazie alle maggiori entrate pari a 15,7 miliardi il gap su dovrebbe ridurre. Per quanto riguarda il carico sul patrimonio immobiliare e su quello mobiliare, secondo la magistratura contabile, si determina un allargamento della differenza che il nostro paese gia' registrava rispetto alla media dell'area Ue".

Il risultato, avverte Gianpaolino, è che "la distribuzione del carico tributario, diversamente da quanto si registra nel resto dell'Europa, attualmente penalizza il lavoro e le imprese, su cui grava un carico tributario superiore di circa 50 miliardi alla media europea. Alcune correzioni sono intervenute con le manovre di finanza pubblica del 2011, ma gli interventi effettuati sono ancora limitati".

Il presidente della Corte dei conti evidenzia che, "L'auspicata ridistribuzione e' pertanto legata, oltre che alla seconda fase della gia' prevista manovra sulle aliquote Iva, soprattutto alla riduzione della spesa, sia di erogazione che fiscale: la prima attraverso il ricordato processo di spending review e la seconda attraverso la prevista riduzione delle esenzioni e delle agevolazioni. Ed e', soprattutto, legata al potenziamento, alla sistematicita' ed alla stabilita' della strategia della lotta all'evasione, in considerazione dell'ampiezza delle dimensioni del fenomeno e della gravita' delle distorsioni che esso induce sul piano sociale e del funzionamento dell'economia".

Secondo le stime effettuate, "gli sgravi fiscali necessari al fine di riportare a livello europeo il prelievo sui redditi da lavoro e da impresa in Italia dovrebbero aggirarsi attorno ai 50 miliardi di euro (32 per i redditi da lavoro e 18 per quelli d'impresa)". Sottolinea Giampaolino che, facendo un raffronto con l'assetto fiscale 'medio' dell'Europa a 17. Secondo la Corte dei Conti bisognerebbe trasformare il sistema fiscale italiano al fine di conferirgli "un aspetto europeo''.

Per la magistratura contabile, "La strada da percorrere, per ''rilanciare competitivita', efficienza e crescita economica, considerato che gli spazi per un ulteriore aumento del prelievo sui consumi non assicurerebbero piu' di un decimo del fabbisogno complessivo, occorre agire soprattutto sull'evasione e sull'erosione fiscale, allargando in modo strutturale la base imponibile. Gli interventi sul fronte fiscale andranno affiancati all'attuazione di una severa politica di contenimento e di riduzione della spesa". Per quanto riguarda l'economia, "crescita e risanamento finanziario costituiscono obiettivi non in contrasto, ma da perseguire congiuntamente. L'accelerazione del percorso verso il pareggio di bilancio, cardine del nuovo accordo europeo del fiscal compact, e l'emergenza finanziaria hanno, finora, imposto manovre correttive fortemente concentrate sull'aumento della pressione fiscale, piuttosto che sulla riduzione delle spese".

Aggiunge Gianpaolino, "A regime, lo squilibrio andra' corretto, lavorando con determinazione alla revisione della spesa pubblica ed all'eliminazione degli sprechi", spiega Gianpaolino sottolineando come, per questo, "strategico appare il rilancio degli investimenti pubblici, particolarmente sacrificati negli ultimi anni. Anche in condizioni di pareggio di bilancio, e per quanto il risanamento faccia flettere lo spread, ancora a lungo avremo a che fare con elevati oneri per interessi del debito pubblico'' sottolinea il presidente della Corte dei Conti secondo cui occorre ''ridurre lo stock del debito attraverso la cessione di quelle parti del patrimonio pubblico non funzionali allo svolgimento dei compiti essenziali delle amministrazioni e non oggetto di tutele artistiche e simili''.

Infine, in riferimento alla lotta all'evasione, da un bilancio tracciato degli ultimi 5 anni, emerge che i risultati ammontino a 73 miliardi di euro con un'incidenza del 35,5% sul totale delle maggiori entrate complessive nette.

(Fonte: AdnKronos. Fotogramma: Il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolin, politikos.it)

Rosy Merola


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