Minacce dal boss Zagaria: sotto scorta il giornalista Sandro Ruotolo
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ROMA, 5 MAGGIO 2015 - Proteggete il soldato Ruotolo, com'è giusto che sia. Quando l'informazione si prefigge l'obiettivo di portare a termine la propria missione, spesso, la strada si rende insidiosa, specie quando cerca di penetrare dentro sistemi delicati ma al contempo chiusi a corazza. Sandro Ruotolo è un giornalista vecchio stampo che della propria missione ne ha fatto ragion di vita: cronista d'inchiesta e di sfondamento, preparato tanto quanto signorile. I suoi report vanno a fondo, col rischio di sfiorare elementi scabrosi messi a tacere dai più parti e che Sandro ha il coraggio di raccontare. Come nell'intervista a Carmine Schiavone, camorrista pentito che ha contribuito con le sue dichiarazioni ha far luce su una vicenda drammatica come quella della Terra dei fuochi. Fra le domande poste al pentito, Sandro Ruotolo è andato troppo oltre secondo Michele Zagaria, boss dei Casalesi che, dal carcere in cui è detenuto, ha lanciato minacce al cronista di punta di Servizio Pubblico.
"O' vogli' squartat viv'", la frase che quasi appare essere una promessa di morte per Ruotolo. Quella frase raccolta nell'intervista in cui Schiavone alludeva a dei rapporti fra Zagaria e i servizi segreti, rapporti documentabili secondo il pentito, non è proprio piaciuta a Capastorta, numero uno del clan. Ed ora tocca allo Stato, se è vero che la sua forza è quantificabile col modo in cui difende i suoi cittadini migliori. E per abnegazione e utilità sociale, Ruotolo certamente lo è.
[MORE]La decisione del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, è stata quella di concedere la scorta al giornalista, a salvaguardia della sua incolumità. Troppi i rischi in cui potrebbe incorrere Sandro Ruotolo, quasi a certificazione di un'influenza ancora forte di Capastorta sulla criminalità campana di stampo camorristico. Rischi da cui il baffo del soldato Sandro, patrimonio del giornalismo italiano, deve essere tenuto lontano.
Salvatore Remorgida
(ph. ilfattoquotidiano.it)