Milano, Ruby in aula: « I miei verbali del 2010, una cavolata. Ora dico la verità»
Cronaca Lombardia

Milano, Ruby in aula: « I miei verbali del 2010, una cavolata. Ora dico la verità»

venerdì 24 maggio, 2013

MILANO, 24 MAGGIO 2013 – Dopo aver deposto nell’udienza della settimana scorsa, Ruby è tornata in aula per proseguire la sua testimonianza nell’ambito del processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Un inizio di interrogatorio alquanto teso, al puto tale che la corte - in una circostanza - ha chiesto alla giovane di rivolgersi al pubblico ministero con un tono più rispettoso.

Una testimonianza che è proseguita a colpi di «non ricordo» e «non so». Come è accaduto quando il pm, ad esempio, le ha contestato di aver lasciato un numero inesistente all'agenzia di Lele Mora, chiedendole di motivarne il perché, la ragazza ha replicato, appunto: «Non ricordo». Stesso andazzo, alla domanda: «Ha dormito ad Arcore da sola, senza altre ragazze, il 9 marzo 2010?», lei ha risposto con un altro «non ricordo». [MORE]

In sostanza, i cinque verbali resi tra luglio e agosto 2010 ai pm di Milano, per la ragazza sono una cavolata: «Prima avevo raccontato le cavolate e mi dispiace di averlo fatto. Oggi sono qui per dire la verità», ha dichiarato la ragazza che ha negato – tra le altre cose - di essersi esibita in balli erotici ad Arcore, mentre la settimana scorsa aveva negato rapporti sessuali con Silvio Berlusconi e di aver preso 4,5 milioni di euro dall' ex premier. «Insomma, lei esclude anche si essersi inventata di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi?», ha incalzato il pm. «Escludo», ha risposto Ruby. Riguardo alle serate ad Arcore, Ruby ha dichiarato a giudice e pm di aver dormito a casa di Berlusconi «due weekend, ma mai da sola», aggiungendo: «C'erano tante ragazze, balli sensuali, ma non vidi nessun contatto fisico tra Berlusconi e le sue ospiti».

In merito ai sette mila euro di cui Ruby denunciò il furto il primo maggio 2010, questi «venivano dalle buste che ci dava il presidente, a volte con 2 mila o 3 mila euro, quando andavamo alle serate. I soldi li portavo in borsa, perché vivevo con delle ragazze e non mi fidavo».

«La mia memoria non è uno strumento elettronico come le intercettazioni, può fallire», ha replicato Ruby al pm di Milano Antonio Sangermano, che gli stava chiedendo per quale ragione il 26 maggio 2010, il giorno prima dell'ormai famosa notte in questura, avesse fatto una telefonata il ragioniere di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Inoltre, la ragazza ha negato di aver confidato a Caterina Pasquino - l'amica con cui condivideva l'appartamento di via Settala - di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi, dichiarazioni che la Pasquino ha messo a verbale.

(fonte: Corriere della Sera, Ansa. Fotogramma: style.it)

Rosy Merola
 


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