Milano: rimozione barconi; proprietario "uccisi i Navigli"

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MILANO, 3 GENNAIO - "Hanno ucciso i navigli. Oggi rimangono a casa 10 persone, 240mila euro stimati di investimenti per i prossimi due anni, 70mila euro di costi di asportazione del barcone che non si sa chi pagherà, probabilmente non noi". Sono le prime parole di Riccardo Rossi, proprietario della pizzeria-barcone sui Navigli ‘Frank Pummarola’, la cui rimozione è iniziata questa mattina, insieme ad altre 4 dopo una vicenda a colpi di ricorsi con il Comune di Milano.[MORE]
 
"Da quando hanno costruito la Darsena: molti negozi e locali sono chiusi", ha continuato Rossi. La zona è stata transennata e circondata da Polizia Locale e forze dell'ordine in tenuta antisommossa: un impiego di forze immotivato, secondo il proprietario che, sottolinea, "non mi ha avvisato nessuno.

Ho capito da solo quello che sarebbe successo quando ho visto i cartelli" di divieto di sosta e rimozione delle auto e "quando hanno staccato i cavi elettrici" per evitare che venissero danneggiati dalla gru che sta smontando i barconi. Rossi lamenta anche le modalità con cui gli addetti ai lavori stanno procedendo: "Hanno spaccato tutto: vetri, mobilio e suppellettili all'interno, sradicato il tetto", ha concluso il proprietario convinto che queste modalità siano segno di non voler far ripartire l'attività.

"Le autorizzazione ci sono state date e poi revocate dopo un anno, dopo aver fatto investimenti" spiega Rossi tornando sulla vicenda del contenzioso con il Comune di Milano.

"C'è ancora un ricorso pendente. È vero che non abbiamo ottenuto la sospensiva che avevamo richiesto luglio,
ma il ricorso è ancora in essere, non è stato ancora discusso nel merito. Il Comune non avrebbe potuto rimuovere prima della discussione e dell'udienza in merito della causa". Inoltre, "la direttiva Bolkenstein, che è stata utilizzata dal Consiglio di Stato per mandarci via, è stata prorogata al 2019 quindi in questo momento non è in vigore" ha concluso il proprietario che ancora non ha valutato se procedere per vie legali.

 

 

 

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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