Milano, Primo Maggio: Disoccupazione e slogan contro la Fornero

Rosy Merola
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MILANO, 01 MAGGIO 2013 – In corso, il primo dei due cortei milanesi annunciati per la festa del Primo maggio. Manifestazione, quest’anno, ancora più sentita a causa della morsa della crisi che non ha preservato la Lombardia, una delle Regioni locomotive dell’economia italiana. Infatti, solo qualche giorno fa, uno studio effettuato sui dati del registro imprese, rielaborati dall'Unione artigiani di Milano, evidenzia che - nei primi tre mesi del 2013 - 511 aziende artigiane hanno cessato la loro attività: 6 aziende al giorno.

E, proprio ieri, l’Istat ha diffuso i dati sulla disoccupazione, evidenziando che in un anno si sono registrati 248mila occupati in meno e con un tasso di disoccupazione giovanile al 38,4%. [MORE]

Per questo, non stupisce se gli striscioni e i cartelli che stanno accompagnando il corteo di Milano, denunciano la criticità del problema disoccupazione. Tante le grida e gli slogan contro l'ex ministro Elsa Fornero e la sua riforma. «Quello che dal governo deve essere compreso è che finché si strangoleranno gli enti locali con ulteriori tagli e un patto di stabilità interno del tutto assurdo non riparte l'economia», ha affermato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia che - insieme all'assessore Cristina Tajani (Welfare) e i sindaci dei vari centri dell'hinterland - oggi era in prima fila al tradizionale corteo del primo maggio. Pisapia, allo stesso tempo, ha aggiunto: «Solo gli enti locali possono realizzare interventi in tempi brevi ed efficaci». In seconda fila, invece, i sindacati e i rappresentanti dei vari partiti, tra i quali Sel e Rifondazione comunista.

In questa “Festa del lavoro” che non c’è, il cui santo protettore è San Precario (quando va bene!), che conta tanti martiri e vittime: vorremmo meno retorica e più fatti. Grazie.

 

"Togliete a un uomo la dignità del suo lavoro e lo avrete in pugno: potrete fare di lui ciò che vorrete".
(F. Dostoevskij)

(fonte: La Repubblica. Fotogramma: ilgiorno.it)

Rosy Merola


 

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Scritto da Rosy Merola

Giornalista di InfoOggi

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