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Midnight in Paris
Gil e Inez sono una coppia di americani prossimi al matrimonio, in vacanza a Parigi al seguito dei genitori di lei. Gil è uno sceneggiatore di successo, ma la sua ambizione è scrivere un grande romanzo, e spera che la sua ispirazione tragga linfa vitale dall’atmosfera parigina. Una notte, mentre passeggia per le strade della città, viene catapultato nella Parigi degli anni ’20[MORE], dove si trova a tu per tu con Zelda e Scott Fitzgerald, Pablo Picasso e Luis Buñuel, T. S. Eliot e Salvador Dalì… Gertrude Stein gli darà preziosi consigli sul suo romanzo, mentre la bella Adriana, già compagna di Modigliani e Picasso, sarà la sua incantevole guida in questo mondo del passato.
Il nuovo film di Woody Allen si pone nel segno della continuità col suo lungo percorso artistico. Il regista continua ad esplorare le città europee e dopo Londra (Match Point, Scoop, Sogni e delitti), Barcellona (Vicky Cristina Barcelona) e prima di Roma (Nero Fiddled è annunciato per il prossimo anno) eccolo a spasso per la Ville Lumiere, in una dichiarazione d’amore alla città che ricorda quella fatta anni fa a Manhattan (con quell’incipit fatto di immagini-cartoline della città…). Certo i tempi dei capolavori alleniani sono lontani, e Manhattan – appunto uno dei suoi capolavori più compiuti - rimane solo un ricordo e una sensazione che aleggia, insieme con altri titoli, nella memoria dello spettatore. Il quale, tuttavia, grazie all’abilità con la quale il regista costruisce storie e personaggi e dirige i suoi attori, non resterà deluso, nonostante si suggeriscono cose dette e viste anche in passato – e difatti l’idea del film ricorda il bellissimo La rosa purpurea del Cairo: dove là era il personaggio di un film che usciva dallo schermo per entrare nella realtà, qui è un uomo “vero” che lascia il mondo reale per rifugiarsi nel passato.
C’è, nel personaggio interpretato con convinzione da Owen Wilson, molto dell’Allen che abbiamo imparato a conoscere e amare nei suoi film. Un Allen certo molto più giovane e anche più bello (un senile vezzo narcisistico?) ma che senza dubbio ci riporta a lui fin dal mestiere che fa: uno sceneggiatore che lavora, insoddisfatto, a Hollywood, e che sogna di scrivere un grande romanzo nell’Europa che ha sempre vagheggiato (e il regista, da molti anni a questa parte, è certo più stimato in Europa che non negli USA). Senza contare, poi, che Gil ha tutte le cadenze, i tic, le movenze tipiche dell’attore-regista-sceneggiatore.
In questa pellicola c’è, dunque, molto della sua cinematografia, anche se lo sguardo sul reale spesso feroce negli ultimi anni si è come addolcito e fatto più benevolo, tanto che una delle frasi che meglio sintetizzano lo spirito che pervade l’opera è quella fatta pronunciare da Kathy Bates nei panni di Gertrude Stein: «Compito dell’artista non è di soccombere alla disperazione ma di trovare un rimedio alla tristezza». E così quello che poteva sembrare un cedimento nella poetica alleniana diventa una regola di vita. Forse è possibile trovare una propria, vitale dimensione esistenziale anche nel presente, perché rincorrere il passato può rappresentare uno sterile percorso senza fine: “Il passato non è morto, forse non è neanche passato” (W. Faulkner).
Si nota infine nel film una certa irriverenza nel tratteggiare figure artistiche che appartengono ormai all’empireo della cultura: oltre a quelli citati vi compaiono Ernest Hemingway, Joséphine Baker, Cole Porter, Man Ray, Leo Stein, Henri Matisse, Paul Gauguin, Toulouse-Lautrec, spesso osservati con sguardo ironico e tagliente. Ricco il cast: oltre al protagonista Owen Wilson ricordiamo la bella e brava Marion Cotillard, Rachel McAdams, Michael Sheen, Adrien Brody, mentre la tanto pubblicizzata presenza di Carla Bruni è ridotta ad un paio di brevi scene.
Midnight in Paris, Spagna, USA 2011, Commedia, durata 100'. Regia di Woody Allen;
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Michael Sheen, Kathy Bates, Alison Pill, Adrien Brody, Tom Hiddleston, Léa Seydoux, Kurt Fuller, Mimi Kennedy, Carla Bruni, Nina Arianda, Corey Stoll.
Voto: 7.
Tommaso Spinelli