Michelangelo: disegni segreti visibili grazie al touch screen
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Michelangelo: disegni segreti visibili grazie al touch screen

martedì 11 giugno, 2013

FIRENZE, 11 GIUGNO 2013 - Firenze, è il 1529 ed il celebre artista Michelangelo decide di sparire per tre mesi, da giugno ad agosto, e di nascondersi sotto la sacrestia nuova della basilica di San Lorenzo, in una piccola stanza di pochi metri quadri, dal soffitto bassissimo e con una sola finestrella da cui poteva scorgere la città sotto l'assedio spagnolo.[MORE]

Ed era proprio questo il motivo che lo costrinse alla forzata "cattività", un periodo del quale non abbiamo sue lettere nè sue opere artistiche, per paura di una vendetta dei Medici contro la Firenze ormai Repubblicana, di cui Michelangelo incarnava ormai lo spirito.

Cosa ne fu dell'artista in quei mesi? Lo testimoniano i disegni ed i graffiti murari ritrovati nel 1975 dal direttore del Museo delle cappelle medicee, Paolo Dal Poggetto, durante i lavori per una nuova uscita del museo. Si scoprì in questo modo che Michelangelo, in realtà, non aveva mai smesso di esprimersi e di lasciare tracce della propria arte. Lo fece sulle pareti del suo "loculo", "armato" del solo carboncino.

La "stanza segreta", purtroppo, è stata da sempre dichiarata inaccessibile al pubblico per motivi di sicurezza. Soltanto da adesso sarà possibile ammirare per la prima volta queste importanti creazioni del genio di Michelangelo che non si arrestò neanche in quei tre mesi di reclusione.

Ancora una volta la tecnologia digitale viene in ricorso dell'arte perché sono state collocate delle postazioni speciali all'interno del museo del Bargello, nella Galleria dell'Accademia e nel complesso della basilica di San Lorenzo, in cui i visitatori potranno guardare i graffiti a carboncino del maestro Michelangelo sui dei touch screen, in un percorso multimediale.

Tra i suoi disegni: la testa del Laocoonte, una testa di cavallo, ed alcuni ricordi di sue opere passate alcuni ipensamenti sul David, i corpi aggrovigliati della Cappella Sistina, riletture della Leda, ed una sorta di autoritratto, in una postura ripiegata su sé stessa e pensierosa, quasi un'allusione alla sua stessa condizione di prigionia in quella stanza.

 

Foto: La Repubblica 

 

Valentina D'Andrea

 


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