Messina. Truffa al Sistema Sanitario Nazionale. 25 indagati. Ecco i dettagli
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Messina. Truffa al Sistema Sanitario Nazionale. 25 indagati. Ecco i dettagli

giovedì 23 settembre, 2021

Messina. Truffa al Sistema sanitario nazionale. 25 indagati presso le case di cura.

MESSINA, 23 SETT. – Sono 25 gli indagati a Messina accusati di truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale.

Per tre di loro, il Tribunale messinese ha predisposto un divieto temporaneo per poter esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali per la durata di quattro mesi. Inoltre, si è disposto il sequestro di oltre 3 milioni di euro ai danni di 7 strutture private convenzionate, accusate di truffa aggravata.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno fatto emergere che gli indagati avevano messo su un vero e proprio “meccanismo fraudolento” ben articolato. Si prevedeva la lievitazione artificiosa dei rimborsi corrisposti al Sistema Sanitario Nazionale. Infatti, sulle varie Schede di Dimissione Ospedaliere venivano riportati risultati difformi alla realtà, realizzando una truffa vera e propria ai danni del Servizio Nazionale di oltre 3 milioni di euro, adesso sotto sequestro.

Ciò che allarma maggiormente è il numero delle cartelle cliniche irregolari: ben 591 cartelle anomale non attribuibili a casualità o superficialità, ma bensì ad una struttura ben radicata da tempo.

Tra i nomi degli indagati risalta quello dirigente dell’ASP di Messina M.F., che vantava un rapporto stretto con i principali vertici delle case di cura sotto indagine. Tra queste si trovano la Cappellani GIOMI s.p.a, la Villa Salus, Cristo Re, San Camillo e la Carmona, come riportato sulla Gazzetta del Sud.

La Fazio è stata accusata anche di altri reati. Il giudice parla di “mercimonio della funzione pubblica”. La donna avrebbe migliorato il trattamento economico del figlio di un suo collega, dipendente della GIOMI s.p.a. La stessa società pare aver omaggiato la donna con regali molto costosi, pagati dalla stessa casa di cura, dopo l’assunzione del compagno di una sua collaboratrice.

Quello che si presenta, quindi, è un quadro molto preoccupante che sdegna la città. L’impegno del Tribunale, della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza peloritana è quello di tutelare maggiormente le risorse pubbliche destinate alla salute delle persone, affinché esse non debbano rinunciare alle cure a causa di sottrazioni di fondi fondamentali, usati invece per favoritismi e arricchimento personale.


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