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MESSINA, 25 LUGLIO 2014 – L'emergenza profughi, che sta interessando la città di Messina, viene gestita dalle autorità competenti. In particolare, secondo la legge n. 225 del 1992, il sindaco detiene la carica di principale autorità della protezione civile, per cui è suo compito assumere la direzione e la gestione dei servizi di emergenza, attenendosi a ciò che è stato previsto dai piani comunali di protezione civile. Per quanto riguarda il Comune di Messina, il piano di emergenza (redatto nel 2008 e facilmente reperibile sul sito del Comune), indica come strutture di ricovero ed accoglienza: “palestre, scuole, oratori, capannoni, centri sportivi, forti umbertini, rifugi, aree militari” (Capitolo 4.3 del Piano di Emergenza Comunale città di Messina).
Tali strutture, vengono poi sottoposte a disinfezione sanitaria, al fine di consentire il normale ripristino delle attività. Tra le Competenze Comunali, si può leggere che: “La regione, nel rispetto delle competenze ad essa affidate in materia di organizzazione dell'esercizio delle funzioni amministrative a livello locale, favorisce, nei modi e con le forme ritenuti opportuni, l'organizzazione di strutture comunali di protezione civile. Il sindaco è autorità comunale di protezione civile. Al verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il sindaco assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del comune, nonché il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al prefetto e al presidente della giunta regionale”.[MORE]
Secondo le normative e le leggi vigenti, pertanto, l'organizzazione dell'emergenza è meticolosamente controllata non solo a livello comunale, bensì anche a livello regionale. Il primo cittadino messinese ha attuato la legge n. 225 del 1992, fornendo ai profughi il momentaneo asilo nelle scuole. Non soltanto le strutture vengono disinfestate, ma i migranti, durante il primo soccorso, vengono soccorsi dai sanitari. Nell'anno 2013, il Tg2 trasmise un filmato-choc, nel quale si potevano vedere le disinfezioni dei profughi, effettuate in massa a Lampedusa. Addirittura, il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, affermò all'agenzia di stampa Adnkronos: «Quelle immagini dei profughi, denudati, in mezzo al cortile, all'aperto disinfettati con una pompa sono agghiaccianti, semplicemente agghiaccianti. Una pratica che ricorda i campi di concentramento di Auschwitz. E' come se non si avesse rispetto per la dignità umana».
La disinfezione dei luoghi è inclusa in ogni piano d'emergenza finalizzato ad offrire ospitalità momentanea ai profughi ed è proprio perchè non vi erano le condizioni igieniche idonee che il Palanebiolo di Messina è risultato inadatto ad ospitare i migranti. Secondo il piano del governo, appena avviene lo sbarco, i profughi vengono soccorsi e viene prestata loro la prima assistenza, seguono le identificazioni e le visite mediche. Inoltre, vengono forniti loro capi d'abbigliamento e materiale finalizzato a ripristinare l'igiene personale.
Il lavoro viene svolto principalmente dalla Protezione Civile, dai sanitari del 118, da Enti e volontari.
Con il presente articolo si rettifica il precedente, dal titolo: “Messina, emergenza migranti: scuola a rischio sanitario?”, pubblicato nella rubrica “Marenero”. Le informazioni inserite precedentemente, in merito all'emergenza profughi nella città di Messina, non risultano essere fondate.
La redazione si scusa con i lettori ringrazia coloro che svolgono quotidianamente il loro lavoro per fornire ai migranti i servizi di prima e secondaria assistenza.
(Foto da corriereitaliano.com)
Lo Staff Dirigenziale