Cerca

Meloni andrà alle urne ma non ritirerà le schede: bufera politica, opposizioni all’attacco

Redazione
Condividi:
Meloni andrà alle urne ma non ritirerà le schede: bufera politica, opposizioni all’attacco
Notizia in evidenza
Occhio alla notizia
Tempo di lettura: ~2 min

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

ROMA, 04 GIU. – La premier Giorgia Meloni annuncia che si recherà fisicamente alle urne il giorno del referendum su lavoro e cittadinanza, ma senza ritirare le schede. Una scelta che, pur essendo formalmente legittima, scatena un’ondata di polemiche da parte delle opposizioni che la definiscono "vergognosa", "una presa in giro agli italiani" un "trucco per sabotare il referendum".

La posizione della presidente del Consiglio, espressa a margine delle celebrazioni del 2 giugno, ha infiammato il dibattito politico. "Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni", ha dichiarato Meloni, chiarendo la sua intenzione di non partecipare attivamente alla consultazione referendaria. La mossa, secondo il Viminale, non incide sul quorum, che si calcola sulla base degli elettori che effettivamente ritirano e depositano la scheda.

Dura la reazione della segretaria del PD Elly Schlein: "La posizione del 'vado a votare ma non voto' è una presa in giro agli italiani, fa capire che la premier teme il raggiungimento del quorum". Non meno critico il leader del M5S Giuseppe Conte, che parla di "decisione vergognosa e blasfema", tanto più perché annunciata proprio nel giorno della Festa della Repubblica, che ricorda la scelta popolare del 1946 attraverso un referendum. "Meloni non ha mai fatto nulla per chi lavora davvero, per i giovani precari. La sua è solo una scelta politica per sabotare il voto".

Anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, prende posizione: "È un atto irresponsabile. Dire di andare al seggio e poi non ritirare la scheda equivale, nei fatti, a non votare". Sulla stessa linea Riccardo Magi di +Europa: "Un messaggio ambiguo e pericoloso, è evidente che il governo teme il giudizio degli elettori".

Nel giorno in cui anche il vicepremier Antonio Tajani annuncia che si asterrà, la linea della maggioranza sembra orientata a non favorire la partecipazione referendaria. Ma il gesto della premier – tra il simbolico e lo strategico – accende una frattura profonda tra Governo e opposizioni in un momento in cui il tema del lavoro e della cittadinanza è più che mai centrale nel dibattito pubblico.

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.

Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

Leggi altri articoli

Rimani sempre aggiornato!

Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere notizie in tempo reale, esclusive ed aggiornamenti direttamente sul tuo smartphone.