Medio Oriente, Damasco: "L'attacco israeliano apre una nuova fase del conflitto in Siria"
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NAPOLI, 10 MAGGIO – “L’attacco israeliano ha aperto una nuova fase della guerra in Siria”, così Damasco ha commentato il raid notturno dei caccia dello Stato ebraico sul territorio siriano, in risposta al lancio di 20 razzi verso le Alture del Golan. Per Israele si è trattato dell’attacco più massiccio da quando i due Paesi hanno firmato l’accordo al termine della guerra del Kippur, nel 1973.[MORE]
A descrivere la portata dell’offensiva è stato il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, che ha annunciato di aver colpito quasi tutte le strutture iraniane in Siria. Dal canto suo Teheran, accusata dell’attacco originario, ha negato ogni coinvolgimento. Se così non fosse, invece, si tratterebbe del primo scontro “frontale” tra i due Paesi, storicamente nemici.
I razzi, ad ogni modo, non hanno causato feriti tra le fila israeliane. “L’attacco non ha raggiunto lo scopo” ha affermato il portavoce militare dello Stato ebraico, sottolineando inoltre che “l’esercito ha preso molto seriamente l'offensiva iraniana contro Israele”.
Più nel dettaglio, la rappresaglia israeliana ha riguardato circa cinquanta obiettivi, da magazzini a veicoli, fino alla base di provenienza dei missili diretti contro le Alture del Golan. Stando a quanto dichiarato dal ministero della Difesa russo, sarebbero stati 28 i caccia coinvolti nell’attacco, con un totale di 70 missili sparati. Israele ha tuttavia comunicato di aver avvertito Mosca prima di procedere.
Passando alle vittime, per l’Osservatorio siriano dei diritti umani il numero dei decessi sarebbe di 23, tra cui 5 soldati siriani e 18 miliziani delle forze alleate di Assad. Lo Stato ebraico ha, a più riprese, ribadito come l’attacco non sia espressione della volontà di causare un’escalation di violenza dell’area, avvertendo però che “le regole del gioco sono cambiate” e che non sarà più tollerata “alcuna minaccia per la sicurezza dei cittadini israeliani”, così come non sarà consentito all’Iran di “trincerarsi a breve distanza dalle comunità di confine”.
La ricostruzione della vicenda, ad ogni modo, è stata differente da parte delle due diverse fazioni coinvolte. Per Damasco (che ha ammesso il lancio di missili in direzione del Golan), sarebbe stato infatti Israele ad “allargare” le ostilità in prima battuta, bombardando per primo.
L’escalation delle tensioni nell’area, come era legittimo attendersi, non ha lasciato indifferente la comunità internazionale. Dalla Francia Emmanuel Macron ha lanciato un appello affinché la situazione torni alla normalità, mentre da Mosca è arrivato un invito alla moderazione. Anche Berlino, infine, ha commentato l’accaduto, invitando alla calma ma condannando fermamente il lancio di razzi sul Golan.
Paolo Fernandes
Foto: lastampa.it