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GENOVA, 27 APRILE 2015 – Si è gettato dal ponte Monumentale, lasciando un biglietto con su scritto “La magistratura miope a volte uccide”: così un pediatra di 65 anni si è tolto la vita dopo lo scorso 2 aprile il figlio, farmacista, era stato arrestato per un giro di farmaci antitumorali dalla procura di Monza.
Secondo quanto spiegato dalla moglie del medico, la procura aveva fatto luce su una presunta vendita illegale di farmaci all’estero, risalendo poi al figlio della coppia, che attualmente si trova agli arresti domiciliari. La donna ha anche affermato di aver avuto l’intenzione di suicidarsi insieme al marito ma di aver esitato dopo aver visto l’uomo buttarsi dal ponte. La polizia, arrivata sul posto in seguito all’appello di alcuni passati allarmati, è riuscita a salvarla appena in tempo. [MORE]
Il figlio ha invece spiegato di aver visto i genitori appena la sera prima del tragico gesto: “Mio padre e mia mamma hanno passato la serata con me”, ha detto alla polizia, “Abbiamo cenato insieme e guardato la televisione. Poi sono andati via dicendo che dovevano fare una visita. Non immaginavo che avessero deciso di togliersi la vita”.
La polemica, ora, è sulla reazione del pm di Monza, che avrebbe dichiarato: “Ormai dicono tutti così. Non c’è altro da commentare”. A intervenire in risposta il viceministro della Giustizia Enrico Costa: “Di fronte a questo tragico gesto che mi ha profondamente turbato, spero che le parole riportate come pronunciate dal Procuratore non siano state riportate in modo corretto, perché diversamente sarebbero parole fuori luogo”.
Sara Svolacchia