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Riceviamo e pubblichiamo
Si prepara un autunno denso di prospettive di lavoro per chi è già
conciliatore, grazie alla politica dell'O.U.A. che è contro la
mediazione civile e commerciale diventata legge dal 20 marzo 2010. E'
stato chiesto al presidente Pecoraro - dell'Associazione Nazionale per
la Conciliazione e l'Arbitrato (ANPAR), una delle prime associazioni
(anno di costituzione 1995), a credere nei sistemi alternativi alla
giustizia ordinaria - del perchè l'O.U.A. è contraria alla
mediazione e quali sono i vantaggi o svantaggi degli organismi di
conciliazione già costituiti. [MORE]
"Gli organismi di conciliazione sotto
sorveglianza del ministero di giustizia hanno superato il numero di
cento, fra questi spicca l'assenza della maggior parte degli Ordine
degli avvocati. Infatti, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura, non
opera bene nella mediazione civile, perchè vuol mantenere a tutti i
costi posizioni di privilegio a discapito dei cittadini e della
giustizia. Non si capisce perchè l'Italia dovrebbe discostarsi da
quelle che sono le direttive Europee e dalla volontà del popolo, che
ha chiesto al Governo il rispetto della delega parlamentare, in
materia di mediazione civile. Bene fa il ministro, Angelino Alfano,
nel dire di mettere da parte le "lobby" o di non legiferare secondo la
loro volontà su tematiche prive di ogni fondamento.
I dati ci dicono, che più l'O.U.A. esprime contrarietà alla
mediazione, più i cittadini ed avvocati o commercialisti prendono le
distanze dai rispettivi vertici che presiedono gli ordini
professionali. La verita è una sola, afferma Pecoraro - i consigli
degli ordini degli avvocati, possono a "semplice richiesta", cosi come
dettato dall'art. 18 del D. Leg. 28/2010, istituire organismi presso
ciascun tribunale, avvalendosi di proprio personale e utilizzando i
locali loro, messi loro a disposizione del tribunale. Perchè non
l'hanno fatto? La risposta è molto semplice e senza equivoci: i
rappresentanti legali degli ordini professionali hanno gli stessi
obblighi e responsabilità di altri organismi pubblici e privati
iscritti nel registro tenuto presso il Ministero, per tali motivi il
rappresentante legale dell'ordine deve assumere carichi di
responsabilità senza oneri per conto di terzi e a favore di terzi,
questi sono i veri motivi per cui si chiede l'abolizione
dell'informativa, dell'obbligatorietà del tentativo di conciliazione
prima della domanda giudiziale e la presenza necessaria in qualità di
assistenti nella mediazione da parte degli avvocati.
Qui non c'è nessun principio di "lesa maestà", c'è solo buon senso
di dare possibilità, agli stessi avvocati, ai giovani ed ai
neolaureati - attraverso gli Organismi costituiti e dopo un corso
formativo "ad hoc" - la possibilità di lavorare.
Il grosso problema dell'O.U.A. è che per la prima volta nella storia
dell'avvocatura e della giustizia, i presidenti degli Ordini, sono
responsabili delle designazioni in materia di risoluzione di
controversie civili e commerciali, in particolare per quelle materie
il cui tentativo è obbligatorio a partire dal marzo 2011.
Infatti -. dice ancora Pecoraro - se, il mediatore al quale è
affidata la risoluzione di una controversia formula una proposta di
conciliazione" NON nel rispetto del limite dell'ordine pubblico e
delle norme imperative, il relativo verbale diventa non omologabile e
la responsabilità ricade unicamente in capo al rappresentante
dell'ordine professionale, costituitosi Organismo.
Inoltre, c'è anche da dire, che la norma deontologica degli ordini
professionali, non consente a chi è al vertice e chi ne fa parte di
"autodesignarsi" conciliatore, al massimo il responsabile
dell'organismo potrebbe comportarsi come succede oggi per altri
incarichi, tesi unicamente a favorire "gli amici o gli amici degli
amici" a prescindere dalle specifiche competenze. Tantissimi avvocati,
praticanti avvocati, giovani laureati in giurisprudenza e/o in materia
economiche, laureati con titoli equipollenti, che hanno creduto e
credono nella mediazione civile, quale sistema efficiente in grado di
deflazionare il carico delle controversia sia pendenti che da venire,
ringraziano l'O.U.A. , perchè mentre questo organismo aspetta
"riscontri" dal Ministro alle loro insensate proteste, quelli che sono
già conciliatori specializzati esercitano ed hanno esercitato, alla
grande questa nuova attività professionale, basta leggere i dati
delle conciliazioni effettuate da altri organismi di conciliazione e
dalle camere di commercio, che registrano un incremento di risoluzione
delle liti di circa il 60% da quando è andato in vigore il D. Leg. n.
28 a marzo del 2010. Un dato per tutti: l'ANPAR che rappresento, ha
avviato procedure conciliative su tutto il territorio nazionale ed
estero, dall'entrata in vigore della legge, sia per numero che per
valore (oltre i 6 milioni di euro).
Ormai, quasi nessuno più crede, in particolare i cittadini, alle
accuse dell'O.U.A. contro il nuovo istituto giuridico della mediazione
civile. Al contrario l'avvocato che fino ad oggi "ha chiuso gli occhi
alla mediazione" dovrebbe già cominciare a porsi il problema di cosa
succederà quando il proprio assistito, al quale non è stato detto
che la risoluzione della propria controversia poteva e può risolversi
a costo zero e nel tempo massimo di 4 mesi, verrà a conoscenza di
questa carente "informazione"?
L'aver da tempo invitato a disertare la formazione da parte
dell'O.U.A. ai propri iscritti ha significato semplicemente
"paralizzare quegli avvocati che hanno perso e stanno perdendo quote
di mercato professionale, sono sempre di più i conciliatori avvocati
che anche con giudizi pendenti stanno ricorrendo ad essa e più
sciopera l'O.U.A., più aumentano gli avvii di procedure conciliative,
più si disertano le udienze più i giudici "demandano" agli organismi
le controversie in corso, più non si assistono i meno abbienti più
gli organismi di conciliazione si fanno avanti. Egoisticamente - dice
Pecoraro - non sò proprio come avremmo fatto noi associazione se, non
ci fosse stata l'O.U.A.
A. BOVE