Maxi blitz nel Salento: 18 arresti per droga e armi, smantellato il clan di Vito Paolo Vacca

Operazione "Pit Bull": colpita un’organizzazione criminale radicata nel basso Salento

Un maxi blitz nel Salento ha portato a 18 arresti per droga e armi, smantellando un clan mafioso che da anni gestiva lo spaccio e imponeva con violenza la propria legge sul territorio. Al centro delle indagini la figura di Vito Paolo Vacca, ritenuto capo di un’organizzazione che operava tra Racale, Alliste, Taviano, Melissano e Gallipoli, con ramificazioni fino alla casa circondariale di Lecce.

L’origine dell’inchiesta: un pestaggio per un debito di droga

L’inchiesta, denominata “Pit Bull”, prende il via nel marzo 2022 dopo un episodio di violenza legato a un debito di droga. Un ragazzo di 22 anni di Taviano viene attirato in una trappola con la promessa di un chiarimento, ma al suo arrivo subisce un brutale pestaggio. La vittima viene malmenata e costretta a consegnare 700 euro come pagamento di una partita di stupefacente.

Per evitare la fuga del giovane, i suoi aggressori lo obbligano a guidare fino a casa con due complici a bordo e, una volta sceso dall’auto, gli sottraggono le chiavi. Un episodio che, secondo gli investigatori, rivela il vero volto del clan: un gruppo organizzato con metodi mafiosi, capace di esercitare controllo sul territorio e di gestire un florido traffico di droga.

I dettagli dell’operazione "Pit Bull"

All’alba, i carabinieri del Comando provinciale di Lecce, supportati dalle unità speciali, hanno dato esecuzione a 33 provvedimenti giudiziari, di cui 18 misure cautelari. Le accuse a vario titolo comprendono:

• associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga,
• detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio,
• lesioni personali aggravate,
• tentata estorsione e ricettazione,
• detenzione abusiva di armi,
• reati aggravati dal metodo mafioso.

Durante le perquisizioni, gli inquirenti hanno inoltre trovato armi e sostanze stupefacenti pronte per essere immesse sul mercato locale.

Un clan radicato nel basso Salento

Il gruppo criminale guidato da Vito Paolo Vacca aveva costruito negli anni una rete fitta e ben strutturata, in grado di garantire il controllo di intere zone del basso Salento. La scelta del nome “Pit Bull” per l’operazione non è casuale: deriva da un episodio in cui i cani di razza pit bull, utilizzati da uno degli indagati per difendere la propria abitazione, attaccarono un carabiniere durante un intervento.

Significato del blitz per il territorio

Secondo la procura di Lecce, il blitz rappresenta un duro colpo per la criminalità organizzata della zona. Le indagini hanno confermato come lo spaccio di droga fosse solo una delle attività del clan, che imponeva la propria presenza anche attraverso violenza, minacce ed estorsioni.

L’operazione “Pit Bull” dimostra l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata, con l’obiettivo di restituire sicurezza e legalità alle comunità del Salento.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.