Mauro Pili: "no" al decreto crescita
Politica Sardegna

Mauro Pili: "no" al decreto crescita

giovedì 13 dicembre, 2012

IGLESIAS, 13 DICEMBRE 2012 – Con  l'intervento di ieri alla Camera il parlamentare sardo Pdl Mauro Pili ha voluto motivare il suo "no" alla fiducia per il cosiddetto "decreto crescita".
I temi sono i consueti cavalli di battaglia di Pili, con i quali si è scagliato varie volte contro l'esecutivo Monti e riguardano soprattutto la politica industriale.

A suo avviso il Governo attuale non avrebbe conseguito «alcun atto concreto in grado di incidere realmente sull’economia e lo sviluppo, senza che si potesse percepire un solo segnale in questa direzione, la direzione appunto della crescita», pur ricorrendo a provvedimenti d'urgenza.[MORE]

Né si coglierebbero segnali di una strategia che sarebbe «necessaria per affrontare, in questo momento di recessione, la questione fondamentale della crescita, dell'equità e dello sviluppo».
Quanto al rilancio delle nuove aziende tramite la politica di sgravi fiscali ha commentato accusando il decreto ed i suoi estensori di dimenticare «i drammi delle imprese esistenti, quelle che stanno morendo [...] sotto strumenti di pressione e violenza fiscale come Equitalia che sicuramente mettono in ginocchio il sistema Paese e le piccole e medie imprese».

Il parlamentare specifica poi i casi della sua regione, a partire dal progetto "carbone pulito" di Carbosulcis. Vicenda che, a suo avviso, farebbe trasparire la sagoma di un'ingerenza esterna, se fosse vero che «le parole dei Ministri competenti, da Passera a Clini, hanno sicuramente minato alla radice quel progetto, un progetto avversato dalle lobby dell'Enel che tentano sistematicamente di affossare l'unico giacimento di materie prime che abbiamo in Italia, quello di carbone nel Sulcis».

Un'influenza che peserebbe anche sulla vicenda Alcoa ed il rinnovo della super-interrompibilità fino al 2015. «Viene da domandarsi per quale motivo non abbiate posto in essere questo provvedimento un anno fa, quando è emersa la questione dell'Alcoa e quando Alcoa era ancora in esercizio ed in produzione [...]. Anche in questo caso avete agito con l’obiettivo di coprire la lobby dell'Enel che vuole continuare a non esercitare in Sardegna quel contratto bilaterale che un Governo autorevole avrebbe dovuto sollecitare e in tutti i modi cercare di realizzare, per dare quell'energia ad un costo, non basso né di vantaggio, ma di riequilibrio rispetto al costo energetico europeo».

E ancora, non sembra accettare con favore il recente emendamento proposto dal Pd al decreto, che prevede l'investimento dei proventi delle sanzioni imposte ad Alcoa dalla Corte europea per l'utilizzo di sconti agevolati non conformi alla politica comunitaria sugli aiuti di stato. A suo avviso, quei soldi «non esistono, perché come tutti sanno il Governo italiano si è opposto a quel provvedimento della Corte di giustizia europea e siamo ancora nella fase del secondo grado di giudizio e quindi bisognerà attendere per capire quello succederà».

Ha concluso con un accenno alla politica turistica, ricordando un «provvedimento marchiato Alitalia scritto da rappresentanti del Governo che sono l'emanazione diretta di Alitalia nel Governo. Un esecutivo filo Alitalia che punta a cancellare le compagnie low cost dal nostro Paese, con 40 milioni circa di passeggeri che rischiano di essere allontanati dalla nostra terra».

Strategici o meno che siano i provvedimenti almeno discussi dall'attuale Governo, va comunque detto che le vertenze industriali sulcitane stavano languendo sotto quello precedente. Il caso più lampante è quello di Eurallumina, ferma dal 2009. Creare una crisi di governo attualmente, non sembra potrà giovare in nessun modo alle stesse e, infatti, è lo scenario che i lavoratori, soprattutto di Portovesme, paventano di più.

Solo per parlare di Alcoa, con la crisi politica salterebbe la discussione sulla cassa integrazione per i lavoratori degli appalti, sul servizio di interrompibilità, sul recente emendamento circa il reinvestimento delle sanzioni ma, specialmente, le trattative in corso con gli eventuali compratori.

Insomma, tralasciando considerazioni di merito, quello di Mauro Pili è e rimarrà un "no" pesante.

(in foto Mauro Pili, fonte: L'Unione Sarda)

Marco Secci

 

 


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