Matera: la città dei "sassi"
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Matera: la città dei "sassi"

mercoledì 26 gennaio, 2011

La prima sensazione che si avverte mettendo piede a Matera è che quella incantevole città lucana ha qualcosa di speciale, un segreto da custodire che è lì davanti ai tuoi occhi ma che non è possibile scorgere se osservi senza sapere! Proiettata verso la candidatura a capitale della cultura del 2019, Matera è una piccola guardiana della storia che ha ammirato l’inesorabile trascorrere del tempo spesso da protagonista, altre volte da semplice spettatrice, ma sempre testimone di vita. Quella stessa vita che per anni i materani hanno trascorso abitando l’“Inferno di Dante”: i Sassi.[MORE]

Dalla loro tipica forma ad imbuto che precipita verso il centro della terra, i Sassi, ricordano, infatti, proprio la descrizione che Dante Alighieri ha tramandato dell’Inferno nella Divina Commedia e non a caso proprio Rinaldo da Taranto ne ha raffigurato un canto nella Cattedrale della città, realizzata nel XIII secolo. Resa immortale da queste abitazioni, risalenti alcune all’età paleolitica, Matera deve ai Sassi “croce e delizia”. Vergogna nazionale, dichiarata tale nel 1953 dalla legge di risanamento voluta da Alcide De Gasperi, per le condizioni poco umane in cui erano costretti a sopravvivere i cittadini che coabitavano, per lo spazio ristretto, con gli animali, i Sassi riacquistano dignità storica quando nel 1993 l’Unesco la innalza a patrimonio dell’umanità.

Da “Vergogna” tornano ad essere quello che sono sempre stati, una meraviglia unica dell’architettura. Ma qual è la loro peculiarità? La posizione strategica della città, che l’ha sempre protetta dagli sguardi indiscreti di nemici e curiosi, l’ha tuttavia tenuta lontano dall’acqua e così la principale occupazione dei suoi abitanti, non fu quella di costruire case, ma cisterne, palombari e canali per far confluire l’acqua nel centro cittadino. Una bio-architettura unica al mondo. Pietra fuori, abitazione dentro. Semplice a dirsi, ma la tecnica utilizzata per scavare dall’interno il “Tufo”, la calcanite che ha oltre 700.000 anni, si è rivelata prodigiosa ed ha dimostrato che i trogloditi che hanno realizzato queste strutture, ancora oggi sotto gli occhi del mondo, non possono che essere considerati geniali.

Le strade sono ad un tempo la terra per chi le calpesta ed il cielo, il tetto, per il Sasso sottostante. Intervallati dalla “Civita”, il centro fortificato a pianta quadra di età normanna, i Sassi si suddividono in “Caveoso”, detto così perché rivolto verso Sud-Est da dove arriva l’omonimo vento, e “Baresano”, così definito perché la sua posizione verso Nord lo rivolge direttamente nella direzione della Tramontana detto Baria.

Una tipica abitazione con i suoi arredi tipici è riprodotta fedelmente nella “Casa Grotta di vico Solitario”, dove i turisti possono rendersi conto del tipo di vita affrontato nei tempi passati dai materani. Lo scenario che si presenta è quello di un arredamento essenziale, che caratterizzava la cultura prettamente artigiana e contadina dell’epoca.

Dopo l’abbandono negli anni successivi al decreto, oggi si sta cercando di ripopolare i Sassi, e molte sono le iniziative che l’amministrazione comunale, grazie anche alla Pan Service, promuove per favorirne lo sviluppo. All’interno dei Sassi, finalmente, c’è vita. Ristoranti, cafè, hotel, addirittura una sede della DataContact, musei e ritrovi per amici e fidanzati. Il rifiorire della cultura dei Sassi è soprattutto merito di un circolo “La Scaletta” che a Matera da anni, oramai, si occupa di valorizzare e tutelare l’immenso patrimonio artistico, architettonico, archeologico e storico di cui i Sassi di Matera ed il territorio circostante sono parte. “La Scaletta”, dal 1959, organizza mostre e visite guidate fra i Sassi e nei numerosi musei della città. Fra questi, uno dei più recenti, ma che col tempo ha acquistato grande rilevanza, il Musma, Museo della scultura contemporanea di Matera, realizzato e curato dalla Fondazione Zetema.

Inaugurato nel 2006, il Musma ha sede nell’antico Palazzo Pomarici ed ospita una collezione d’arte che narra la storia della scultura italiana ed internazionale e supera le duecento sculture, realizzate coi più svariati materiali ed esposte non solo nelle sale più recenti, ma anche nelle stanze rupestri. Sculture nella scultura! Molte opere, infatti, si fondono con alcuni dei luoghi più suggestivi scolpiti nei Sassi. E se il Musma è il cuore della scultura, Palazzo Lanfranchi è il custode del Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna. Arte Sacra, Collezionismo, Contemporanea e Etnoantropologica resa tale da importanti artisti come Carlo Levi, Abraham Brueghel, Giovan Battista Ruoppolo e Mattia Preti.

Matera, però, è soprattutto, depositaria di un antichissima arte racchiusa nelle numerosissime Chiese rupestri sparse nel territorio della Murgia. Fra queste, una delle più rappresentative è “Madonna delle virtù”, tipico esempio di architettura “in negativo” a pianta romanica. Le sue origini corrono fino al lontano XI secolo, ma col tempo, col mutare di culti e tradizioni, “Madonna delle virtù” ha subito notevoli rimaneggiamenti. Pochi gli affreschi che la decorano, l’unico apprezzabile per la chiarezza del soggetto è una Crocifissione, realizzata sull’altare centrale. Chi visita Matera ed i suoi dintorni, però, non può rinunciare a godere dello spettacolo unico che offre quella che è stata definita dai critici di tutto il mondo la “Cappella Sistina” della pittura parietale rupestre: La cripta del peccato originale. La chiesa, che rappresenta il punto di partenza per l’arte del Mezzogiorno, è anche ricordata come la “Grotta dei Cento Santi” e l’artista che ha realizzato la monumentale opera pittorica che l’incornicia è detto il “Pittore dei fiori” ed è noto per la particolare scelta tematica, che va dalla Genesi, rappresentata sulla parete destra, alle straordinarie triarchie affrescate nelle tre absidi.

Grande attrattiva nel mese di luglio per la tipica Festa della Madonna della Bruna, in onore della Protettrice della città, durante la quale si fondono sacro e profano. Statua della Madonna, viene condotta in Duomo su un carro di carta pesta diverso ogni anno, ed è circondata da decine di cavalieri che le fanno da scorta. Il carro, però, durante il percorso, viene attaccato dagli stessi cavalieri che cercano di strappare parti del carro credute propizie. A Matera, inoltre, è possibile coniugare perfettamente, voglia di cultura, arte e sport. Tantissimi, infatti, sono i percorsi di trekking che è possibile seguire nel vasto ed avventuroso territorio della Gravina alla ricerca di antichi cimiteri paleolitici e di nuovi siti rupestri che si celano scavate all’interno delle colline che cingono l’antica città Reggia della Basilicata.

 

Curiosità:

Carlo Levi: autore di “Cristo si è fermato ad Eboli”, Carlo Levi è stato uno degli scrittori e pittori più importanti del novecento. Il cognome tradisce le sue origini ebraiche che nel periodo della Grande Guerra, lo costrinsero al confino in Basilicata, dove le bellezze della Lucania e di Matera influenzeranno per sempre il suo stile pittorico. Molte delle sue opere sono conservate a Palazzo Lanfranchi.

Matera e il Cinema: per il suo aspetto paesaggistico, al contempo preistorico e rievocativo, Matera, è uno dei centri italiani, più noto come location di film non solo made in italy. Pasolini la scelse nel lontano 1964, come sfondo per “Il Vangelo secondo Matteo”. Di matrice internazionale sono, invece, i recenti Nativity, di Catherine Hardwicke, e Omen diretto da John Moore. Il film, tuttavia, che ha lasciato maggiormente il segno, è stato “The Passion” di Mel Gibson, la cui ultima cena è stata girata ne “Il Monastero” del Sasso Baresano, dove è ancora possibile scorgere un struttura scenografica in carta pesta realizzata dai maestri italiani appositamente per quella scena.

Gastronomia materana: anche il palato potrà apprezzare Matera. I prodotti tipici della città che vanno dal pane a forma di cornetto, al formaggio fresco o stagionato, non deluderanno i più esigenti. Col tempo, infatti, i cuochi di materani hanno imparato a sposare bene gli ingredienti autoctoni con ricette gustose e frizzanti, che se accompagnate da un buon vino Dop, di cui la zona è ricca, acquisteranno un sapore unico.

Hotel: San Domenico al Piano – Palazzo Gattini

Ristoranti: Le Baccanti – Hemingway


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