Manovra, Moscovici: "Riduzione deficit italiano non è sufficiente"
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BRUXELLES, 13 DICEMBRE – “La riduzione del deficit italiano non è ancora sufficiente”. Queste le parole, dure, del Commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici. Per il francese, dunque, non sarebbe sufficiente la proposta avanzata dal primo ministro Conte e da Tria di abbassare a quota 2,04% il rapporto tra il deficit ed il PIL nella manovra economica.
Il giudizio di Moscovici sulla trattativa tra Roma e Bruxelles, tuttavia, non è del tutto negativo. Il commissario francese, infatti, ha precisato come si tratti “di un passo nella giusta direzione”, nonostante “ancora ce ne siano altri da fare, forse da entrambe le parti”.
Le parole dell’ex ministro dell’economia di Parigi sono state pronunciate nel corso di un’audizione al Senato Francese.
E proprio il trattamento, per alcuni “di riguardo”, riservato ai nostri vicini transalpini da Bruxelles, è negli ultimi giorni al centro del dibattito politico dell’Unione. Alla luce delle recenti proteste dei gilet gialli, infatti, Emmanuel Macron ha deciso di aprire i cordoni della borsa, aumentando di quasi 10 miliardi di euro la spesa pubblica e sforando di 0,4 punti il rapporto tra deficit e PIL per il 2019.
Un 3,4%, quello di Parigi, che fa infuriare Roma, soprattutto se letto alla luce del ben più morbido approccio che la Commissione sembrerebbe avere nei confronti della Francia.
La realtà, tuttavia, è ben più complessa di come sembra. E lo è per vari motivi. Primo, la Commissione ha già chiarito come il bilancio transalpino sia a rischio violazione dei parametri, invitando la Francia a procedere nella direzione concordata, per la riduzione del deficit e del debito.
Secondo, il 2,8 complessivo francese (parametro di riferimento prima del 3,4 annunciato recentemente), è un numero destinato ad essere confinato al solo 2019. Più precisamente, Parigi dovrà attutire la restituzione di un credito e mancati guadagni per la cancellazione del Credito d’imposta per il lavoro, e lo farà nel prossimo bilancio. A partire dal 2020, l’obiettivo è infatti fissato ad un ben più basso 1,4%. Il tutto, in un trend costante di riduzione del deficit strutturale (seppur non sufficiente).
E non è finita. Il rapporto debito/Pil francese è intorno al 98%, mentre quello di casa nostra è al 131% circa. Oltre 30 punti percentuali, che necessariamente pesano nelle valutazioni di Bruxelles. La Commissione, ad ogni modo, ha già iniziato lo scambio di lettere con la Francia, e non è escluso il ricorso al “braccio correttivo” del patto di stabilità e crescita: la temuta procedura per disavanzi eccessivi, correntemente chiamata procedura di infrazione.
Le situazioni di Roma e Parigi divergono sensibilmente, dunque. Il governo italiano, ad ogni modo, sembra aver deciso di aprire ad una linea più morbida con l’Unione Europea. Quale sarà l’esito della trattativa è ancora da vedere, ma lo spettro della procedura potrebbe allontanarsi.
Paolo Fernandes
Foto: tpi.it