Mannarino, Roma e una storia da raccontare
Cultura e Spettacolo Lazio

Mannarino, Roma e una storia da raccontare

domenica 26 marzo, 2017

ROMA, 26 MARZO- Ci sono cantanti e band tendenzialmente ignorati dalle radio, poco presenti a livello televisivo e non abituati a collezionare dischi di platino o d’oro. Tuttavia, questi stessi artisti hanno spesso qualcosa da dire e da trasmettere e la loro urgenza comunicativa è talmente forte che alcuni di loro, a mano a mano, riescono a ritagliarsi un proprio spazio nel panorama musicale, finendo per raggiungere un pubblico sorprendentemente vasto. E’ questo il caso di Alessandro Mannarino. [MORE]

Il cantautore romano ha appena dato inizio ad un tour che sta macinando sold out e che lo sta portando ad affacciarsi ad una realtà per lui inedita, quella dei palazzetti. Dopo la data zero di Rieti, il 25 marzo Mannarino ha infatti inaugurato al Palalottomatica di Roma il suo Apriti Cielo Tour. La capitale non ha esitato a far sentire il suo calore: i biglietti sono terminati in fretta e la data aggiuntiva del 26 marzo ha registrato un ulteriore sold-out. Non male, considerando che il palasport di Roma può contenere all’incirca 12mila persone. A circa due anni di distanza dal Corde tour, Mannarino è dunque tornato sul palco, munito della sua solita energia e carica emozionale.

Prima dell’inizio del concerto, sul fondale della scenografia compare un verso del brano Arca di Noè: “questa è una storia da raccontare…”, preludio di quel che succederà nelle due ore e mezza successive. Fra atmosfere folk, blues e brasiliane, tramite i suoi brani Mannarino racconta una storia o meglio, tante storie, che partono dalla sua ispirazione ma appartengono a tutti: uno dei suoi pregi è proprio quello di riuscire ad arrivare a chiunque, senza tuttavia risultare banale o scontato. Nella sua narrazione in musica, Mannarino si circonda di una band di 9 elementi e di 3 coriste, la cui estrema bravura si scontra tristemente con l’acustica non certo eccellente del palazzetto.
Il concerto si apre con Apriti Cielo, brano che dà il nome all’album uscito il 13 gennaio scorso. Si prosegue con la prima traccia del disco, Roma, descrizione disincantata dello stato desolante in cui versa la sua città. Seguono poi ben 24 brani che spaziano fra l’ultimo lavoro (eseguito interamente ad eccezione, purtroppo, dell’intensa La Frontiera) ed i tre precedenti (Bar della rabbia, Supersantos e Al Monte).

Se si dovesse descrivere in una parola un concerto di Mannarino, “concreto” potrebbe essere l’aggettivo adatto: il cantante non si perde in chiacchiere, parla poco -il giusto- ma canta e suona infaticabilmente, riuscendo a toccare le corde più profonde del suo pubblico e a trascinarlo con delle sonorità particolari, frutto dell’utilizzo di strumenti inusuali provenienti da tutto il mondo, come il duduk armeno o il cavaquiño brasiliano. Lui e la sua band appaiono instancabili ed alcuni pezzi sembrano non finire mai, per la gioia del pubblico, che continua a ballare senza sosta. Ai momenti di danza sfrenata innescati da brani come Scetate Vajò, se ne alternano altri più intimi e raccolti, come con la favola messa in musica di Merlo Rosso, ispirata al racconto di Oscar Wilde “L’usignolo e la rosa”, o con la dolce Le Rane, appartenente al nuovo album.
C’è spazio anche per la provocazione con l’irriverente Ghandi, un modo per irridere quello che il cantante considera un pacifismo artefatto ed astratto, lontano dalla concretezza di molte realtà difficili del nostro tempo. “Ce l’ho con le icone pop come Marylin Monroe ed Einstein, con la pace edulcorata di Gandhi. Vedo una sottile linea che divide il pacifismo dalla remissività e rassegnazione, perché a uno che passa la vita ad asfaltare strade sotto il sole cocente d’agosto non gli puoi insegnare il pacifismo, semmai lo subisce”, ha commentato il cantante in un’intervista per L’Unità.

La grande festa si conclude verso la mezzanotte con Bar della Rabbia e Vivere la vita, due pezzi che ben sintetizzano quel bilanciato mix di speranza e disincanto che la musica di Mannarino riesce a veicolare: quel groviglio di incontri, scontri, domande (tante), risposte (poche) che è la vita umana, può sembrare una gran “fregatura”. Ma se è vero che la realtà ci sfida tutti i giorni e che “il mondo non cambia spesso”, possiamo comunque compiere quella piccola rivoluzione che è cambiare noi stessi, affrontare le nostre battaglie quotidiane e comprendere, osservando le piccole cose, che questa fregatura in fondo è proprio bella, nella sua imperfezione. E allora brindiamo alla sua, anche se i “bicchieri so pieni de sabbia”.

Scaletta:

Apriti cielo
Roma
L’impero
Deija
Osso di seppia
Ghandi
Babalu
La strega e il diamante
Maddalena
Signorina
Vivo
Gli animali
Elisir d’amor
Arca di Noè
Quando l’amore se ne va
Statte Zitta
Le rane
Merlo rosso
Me so mbriacato
Tevere Grand Hotel
Serenata Lacrimosa
Scetate Vajò
Estate
Fatte bacià
Bar della rabbia
Vivere la vita

Prossime date:

26.03 Roma, Palalottomatica (sold out)
28.03 Bologna, Estragon (sold out)
31.03 Firenze, Mandela Forum
1.04 Padova, Gran Teatro Geox
3.04 Milano, Fabrique (sold out)
4.04 Milano, Fabrique (sold out)
6.04 Torino, Teatro della Concordia (sold out)
8.04 Pescara, Palasport Giovanni Paolo II
10.04 Napoli, Casa della Musica
12.04 Bologna, Estragon (sold out)
13.04 Torino, Teatro della Concordia (sold out)
14.04 Torino, Teatro della Concordia
18.04 Milano, Fabrique
19.04 Bologna, Estragon
21.04 Cesena, Carisport
22.04 Riva del Garda (Tn), Palameeting

Qui le date del tour estivo.

 

Marta Pietrosanti

Foto: Max Marcoccia (pubblicata su Vivo Concerti)


Autore
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