Maltempo, Renzi punta il dito contro le regioni: «Vent'anni di politiche da rottamare»
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ROMA, 16 NOVEMBRE 2014 - Il bilancio odierno parla di tre morti causati dall’ondata di maltempo che ha investito l’Italia nord occidentale. L’episodio più grave si è verificato a Cerro di Laveno, dove la forte pioggia ha provocato una frana che ha tramortito un’abitazione. All’interno vi erano cinque persone, due delle quali sono rimaste sepolte dal fango.
Se nella giornata di oggi tuttavia vi è stata una tregua, le condizioni meteo dovrebbero peggiorare nella giornata di domani interessando il Centronorod, Lazio, Umbria, nord delle Marche, Sardegna, e in serata anche Abruzzo e nord della Campania. Tuttavia la Protezione civile sta monitorando la situazione con aggiornamenti costanti per ogni regione sull’allerta meteo.
Nel frattempo ecco l’ennesimo scontro tra regioni ed il premier Matteo Renzi, a dimostrazione di come sia grande il distacco che intercorre tra amministrazioni locali e governo nazionale sul tema del rischio idrologico e politiche susseguenti.
Questa mattina il presidente della Conferenza delle Regioni, nonché governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, in un’intervista rilasciata a “la Repubblica” aveva affermato che per «salvare vite umane bisogna sforare il patto di stabilità», aggiungendo che «è meglio violare le regole che assistere impotenti al disastro». Dello stesso parere il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando: «Regioni devastata, danni per un miliardo di euro. Purtroppo di questo miliardo sarà possibile recuperare soltanto una quota minima. La Regione può fare poco, può passare da 50 a 60, 65 milioni, il sistema degli enti locali arriverà a un centinaio di milioni, poi però interviene il Patto di Stabilità».[MORE]
Direttamente dall’Australia, dove è impegnato nel G20 di Brisbane, è intervenuto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha attaccato esplicitamente le politiche regionali: «Quando come primo atto di governo ho costituito un’unità di missione contro il dissesto idrogeologico mi hanno deriso. Ora spero – ha aggiunto il premier – sia chiaro il motivo: ci sono vent’anni di politiche del territorio da rottamare, anche in alcune regioni del centrosinistra».
(Immagine da meteoweb.eu)
Giovanni Maria Elia