"Malia", una storia di streghe in scena al Teatro Nuovo di Napoli
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NAPOLI, 27 APRILE 2014- Per la prima volta in assoluto “Malia – Streghe: il vero volto dell’Inquisizione”, un nuovo spettacolo teatrale in scena presso la Sala Assoli del Teatro Nuovo di Napoli, da venerdì 2 a domenica 4 maggio 2014 (con rispettivi orari 20:30, 19:00, 18:00), in Vico Lungo Teatro Nuovo n° 110. Un originale lavoro teatrale presentato da Livia Bertè, giovane professionista napoletana, caratterizzata da un’estrema acutezza: affrontando un tema così denso e tragico, fervido di effetti speciali, Malia si eleva nell’eresia della diversità, condita di ideali e di sentimenti, spingendosi dentro quel fenomeno oscuro dell’Inquisizione spagnola che, dopo secoli di storia, si stenta ancora a comprendere. In ogni cultura si trova una storia svelata a pochi eletti: antichi incantesimi, stregonerie segrete, riti occulti, infamanti omelie e orrori sanguinosi renderanno il pubblico “inquisitore” di questa Malia. Sempre che sia solo uno il vero volto della verità.
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"Sarebbe più sopportabile morire sul rogo, che contraddire il proprio oscuro signore".
Nella Spagna del 1600, un piccolo e tranquillo borgo di nome Logrono, ai confini dell'entroterra medievale, diventa "palcoscenico" di una storia tutt'altro che comune. Tra le mura di tufo e legno, improvvisamente approda il tribunale dell'Inquisizione: sconvolgendo la vita della povera gente e imponendo la propria coercizione, inizia la carneficina della popolazione. Verità rivestite da riprovevoli atti di stregoneria, o forse viceversa, si scagliano contro “altri” ideali e scopi umani. La penisola iberica è ininterrottamente un teatro di guerra: una mistione di elementi storici e narrazione romanzata passa dai tratti alti e documentati dei processi locali ai momenti evocativi e crudi dei Sabba e dei sortilegi. Alla fredda durezza di una tortura ripresa interamente dagli atti, trasferita esplicitamente in scena, agitata nel gioco delle brutalità e delle verità, rincorre il fil rouge di una portante e sospesa storia d'amore.
Uno spettacolo prima di tutto visivo: Malia non ha paura di mostrare al pubblico immagini cruente e forti, necessarie a trasmettere il reale senso di quelli che erano i modi di praticare una religione di origine pagana, forse ormai perduta, ricca di sottintesi e sensazioni che più d’essere spiegate, si insinuano meglio nelle ossa alla vista di un atto abominevole, quale poteva essere l’uso dei corpi di neonati nei sortilegi o nei riti orgiastici, propiziatori del raccolto. Il testo di Livia Bertè muove da elementi e documenti di storie realmente accadute, per dischiudersi nella realizzazione di un'idea del tutto personale di quella che è stata la stregoneria nei secoli bui, e probabilmente anche nelle epoche precedenti. Una pièce teatrale dove le parole parlano volutamente meno quel linguaggio comprensibile, invece, agli occhi e all'udito. Mirando dritto ai sensi, inquisitori d’eccellenza.
Notizia segnalata da Annacarla Tredici