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ROMA, 14 NOVEMBRE 2017 - All'indomani della debacle degli Azzurri nello spareggio per l'accesso ai Mondiali di calcio di Russia 2018, Giovanni Malagò non usa giri di parole nel dire la sua sullo stato di salute del Calcio italiano nel corso della presentazione del nuovo stadio dell'Atalanta al Salone d'onore del Coni. [MORE]
"Quella di ieri è stata una triste serata sportiva, siamo tutti quanti molto delusi e amareggiati - dichiara il presidente del Coni - Negli anni delle vacche grasse, dove sono arrivati anche risultati importanti, se ci fosse stata attenzione, lungimiranza e logica probabilmente le società avrebbero quasi tutte uno stadio di proprietà".
Interpellato sulle mancate dimissioni del ct Ventura, Malagò non ha dubbi nel ritenere il tecnico azzurro già fuori da Coverciano. "Di fatto sembra che il suo contratto sarebbe stato rinnovato solo esclusivamente in caso di qualificazione dell'Italia al Mondiale. Siamo a fine novembre e presumo che questo contratto ci sia ancora per qualche mese, la sostanza quindi cambia poco. Di fatto Ventura non ha il rinnovo. Che si dimetta oggi, o fra un mese cambia poco. Mi sembra che su Ventura gli elementi sono acclarati".
"Il problema non è solo Ventura e le sue dimissioni - continua Malagò - Come sanno bene in Figc, mi sento di dire che l'inizio del suo progetto era legato a un'altra filiera di carattere tecnico che prevedeva un ruolo significativo di Lippi che poi non è più andato a buon fine. Probabilmente nell'impostazione del ruolo di Ventura, che poi è diventato responsabile di tutte le squadre nazionali, c'è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa".
E sul ruolo dell'attuale presidente della FIGC, Tavecchio, negli scarsi risultati, Malagò spiega di averlo sentito e di avergli chiesto spiegazioni sulle sue intenzioni per il futuro. "Mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc. Come sapete è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei".
"Se il signor Tavecchio ritiene, magari dopo ieri, di essere la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Federcalcio, si assume la responsabilità di questa decisione - continua Malagò - Non c'è una regola, un'obbligatorietà. Ci sono stati casi in cui presidenti federali e allenatori sono rimasti al loro posto assumendosi la loro responsabilità, e ci sono altre persone che hanno deciso di non farlo. Sono scelte della propria coscienza. Nomi in grado di poter dare svolta? Innanzitutto ci porremo il problema quando ci saranno queste dimissioni, ammesso che avvengano".
Nonostante la performance in campo, Malagò elogia il comportamento di Buffon e dei tifosi presenti a San Siro, che hanno cantato l'Inno Nazionale all'82' per spronare la squadra verso la vittoria. "Che io ricordi non era mai successo, veramente una prova strepitosa di spingere, di dare la famosa carica dodicesimo uomo in campo. Milano ha strarisposto".
Su Buffon poi aggiunge: "Vorrei ringraziare Buffon perché ieri ci ha messo la faccia. Il suo grido di dolore non era solo per il fatto di non essere il primo giocatore della storia a disputare sei mondiali, ma sentiva il peso della sconfitta per i giovani e per tutto il Paese. Con lui ringrazio tutta quella generazione di calciatori che ci hanno dato grandi soddisfazioni".
Incalzato su un eventuale commissariamento dell FIGC, Malagò è netto: "Oggettivamente in Figc non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento".
"Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono".
Daniele Basili
immagine da cityrumors.it