Mafia, sequestrati beni per 1,5 milioni alla famiglia del boss Riina
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PALERMO, 19 LUGLIO - I carabinieri del Ros di Palermo e quelli del Comando Provinciale di Trapani hanno sequestrato al boss Salvatore Riina e ai suoi familiari beni per un valore complessivo che ammonterebbe a circa 1,5 milioni di euro.
I beni sequestrati - quasi tutti tra Palermo e Trapani - secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, sono numerosi: il provvedimento riguarda, infatti, diverse società, la villa a Mazara del Vallo utilizzata dal padrino corleonese durante una parte del periodo della latitanza, 38 rapporti bancari e svariati terreni.
L'inchiesta nasce dai redditi dichiarati negli anni da Riina e dai suoi congiunti da cui è stato possibile ipotizzare l'utilizzo di mezzi e di risorse finanziarie illecite. Salvatore Riina, è stato il capo dell’organizzazione criminale Cosa Nostra dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto nel mese di gennaio del 1993.[MORE]
L'operazione, avvenuta nel giorno dell'anniversario della strage di via D'Amelio, metterebbe in luce come il Boss, nonostante sia in carcere dal 1993 e le sue condizioni di salute sarebbero gravi, riesca ancora ad imporre il proprio potere. Per i Carabinieri del Ros, l’operazione "rappresenta un ulteriore elemento sintomatico di come l'anziano e malato capo di Cosa nostra, nonostante la lunga detenzione, sia riuscito nel tempo ad imporre il proprio volere riguardo dinamiche criminali non solo interne al mandamento di Corleone, ma anche nei più generali assetti di Cosa nostra". A Rainews24, il comandante Giuseppe Governale si è così espresso: "Il potere del boss per Cosa Nostra si esercita fino alla morte, Riina è il punto di riferimento per tutte le consorterie mafiose".
Luigi Cacciatori
Immagine da ilgiornale.it