Mafia capitale: Pd sotto assedio, ma Marino si difende:"Questa inchiesta è frutto del nostro lavoro"
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ROMA, 5 GIUGNO 2015 – Il secondo capitolo di “Mafia Capitale” ha portato a 19 ordini di custodia cautelare in carcere, 25 domiciliari, 21 persone che sono indagate a piede libero e altrettante perquisizioni. Ad essere coinvolti stavolta sono membri della politica, ex consiglieri ed ex dirigenti esponenti sia di destra che di sinistra. Ma la bufera più grande si sta scatenando nel Pd.
Il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, su questo caso si è espresso in termini di “inciviltà”: “Questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, 50 mila volte più peccato, ma è anche un gesto d’inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà”.
Lega e M5S attaccano il partito di maggioranza: “Chiediamo le dimissioni di Orfini e di Marino. Di più: chiederemo in commissione Antimafia l’elenco completo degli impresentabili anche già eletti. Mafia capitale non esisterebbe se non ci fosse una classe Pd corrotta”, ha detto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio nel corso della conferenza stampa indetta dal M5S alla Camera. “Che cos’altro deve accadere perché Marino se ne vada e si torni alle urne?”, dice il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che vede proprio nel sindaco il primo responsabile. [MORE]
Il sindaco Marino, d’altro canto, difende la sua amministrazione. "Questa inchiesta è frutto anche del nostro lavoro di cambiamento. Il mio primo atto da sindaco è stato chiedere al ministero dell’Economia di poter utilizzare gli ispettori della Guardia di finanza in Campidoglio. E già lì in molti storsero il naso". In un'intervista a Il Messaggero, il sindaco di Roma, rigetta ogni ipotesi di dimissioni: "Lasciare il Campidoglio? Lo farò nel 2023, alla fine del mio secondo mandato". A chi gli chiede di lasciare la poltrona di sindaco risponde: "Se a chiedermi riflessioni fosse papa Francesco, mi fermerei a pensare seriamente alle mie azioni. Ma se le dimissioni me le propone Giorgia Meloni, leader di un partito che ha chiesto voti alla `ndrangheta, rispondo che io voglio spianare come un rullo compressore tutte le persone che negli ultimi anni si sono messe sotto i piedi i diritti e i soldi dei romani". E punta quindi il dito contro la precedente amministrazione: "Questa per me è una giornata di festa: con la giunta Alemanno la criminalità organizzata si era infiltrata fino ai vertici dell’amministrazione. Oggi tutto questo è cambiato, Roma deve essere guida morale del Paese".
“Chi ruba va in galera, nel rispetto della presunzione di innocenza”, ha detto Matteo Renzi. Il premier ha, a proposito. sottolineato: “È giusto che chi ha violato le regole del gioco paghi tutto e paghi fino all’ultimo giorno e fino all’ultimo centesimo. Un Paese solido è quello che combatte la corruzione con grande decisione e con grande forza, come sta avvenendo” in questi giorni.
(foto dal sito www.nuovasocieta.it)
Michela Franzone