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Mafia Capitale: è scontro fra Marino e la Bindi in commissione antimafia

Elisa Lepone
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Mafia Capitale: è scontro fra Marino e la Bindi in commissione antimafia
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ROMA, 18 DICEMBRE 2014 – Botta e risposta a Roma, in commissione antimafia, fra il sindaco capitolino Ignazio Marino e Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare antimafia.

Dopo le dichiarazione di Marino, che in commissione afferma “Il malaffare in Campidoglio si è fermato al mio arrivo", è immediata la replica dell’esponente del Pd, Rosy Bindi, che dichiara: “La mafia è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta” e che, all’affermazione di Marino che sostiene “Roma non è malata. Ci sono solo state mele marce” così controbatte: “La mafia si è insediata e ha fatto il salto di qualità con Alemanno ma è innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta”.[MORE]

Quando il sindaco capitolino afferma che nessun membro della sua giunta è indagato per associazione mafiosa, la Presidente della Commissione Parlamentare antimafia replica: “Chi è indagato per corruzione in un'indagine per mafia è comunque un interlocutore e forse il terminale o l'arma impropria che viene utilizzata”.

Il botta e risposta fra i due si concentra poi sulla figura di Salvatore Buzzi, considerato ai vertice della cupola mafiosa retta da Carminati. “Lei esclude –chiede la Bindi – che Buzzi abbia finanziato la sua campagna elettorale?” Marino risponde: “Assolutamente no. Lei non me l'ha chiesto e io non lo ho escluso e anzi lo affermo: Buzzi ha finanziato la campagna elettorale e quei soldi sono soldi regolarmente denunciati alla Corte dei Conti”. Sempre sulla figura di Buzzi si è concentrata Rosy Bindi, che ha chiesto: “Il guadagno che veniva fuori dalle cooperative e che poi finiva in tangenti, questo denaro pubblico in gran parte è sotto il controllo dell'amministrazione comunale. La domanda è semplice: chi doveva controllare?”.

La conclusione di Marino, al termine dell’acceso scambio fra i due, è la seguente: “Io mi ero accorto che molte cose non andavano bene, tanto è vero che il primo atto che ho fatto è stato scrivere al ministro dell'Economia per chiedere di mandare la Gdf, gli ispettori, per controllare tutti i contratti e tutti i libri del Campidoglio”.

(foto www.famigliearoma.it)

Elisa Lepone

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Scritto da Elisa Lepone

Giornalista di InfoOggi

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