Madia contro i 'furbetti del cartellino': "Licenziare chi timbra e va via"
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ROMA, 03 NOVEMBRE 2015 – Dopo i recenti fatti di cronaca, ultimo quello del comune di Sanremo con protagonista un vigile assenteista che timbra in mutande, il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, a margine di un convegno sulla semplificazione amministrativa organizzato da Rete Imprese Italia, è intervenuta in merito alla questione dei dipendenti pubblici assenteisti. [MORE]
Per il ministro è necessario licenziare quei dipendenti pubblici che, in maniera sistematica, timbrano e poi non vanno a lavorare: «Un dipendente pubblico che dice che va a lavorare e poi non ci va deve essere licenziato». Tuttavia la Madia ha anche rivolto un invito a superare «contrapposizioni e luoghi comuni» sugli statali, lanciando un appello alla platea di imprenditori. «Un luogo comune di cui ci dobbiamo liberare –ha affermato- è che tutti i dipendenti pubblici siano fannulloni».
Poi il ministro, facendo riferimento all'operato del governo Renzi, ha spiegato che l'obiettivo è quello di «fare dell'Italia un Paese semplice. Un Paese dove è semplice lavorare, investire e fare impresa». La riforma della P.A. , voluta dalla stessa Madia, mira dunque a essere non solo una riforma di settore ma «una grande riforma per sbloccare gli investimenti». «Non penso che sia più accettabile lasciare gli imprenditori ostaggio di incertezze di tempi e di regole», ha detto il ministro.
Infine la Madia ha annunciato che «il 21 novembre a Torino presenteremo tutte le innovazioni della P.a che passa per il digitale». Tra poco più di due settimane saranno quindi svelate alcune delle principali novità per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. In particolare, l'attenzione sarà concentrata sull'avvio dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente e sul cosiddetto pin unico, ossia il Sistema pubblico di identità digitale (Spid).
Nel corso del convegno è intervenuto anche il presidente di turno di Rete Imprese Italia e della Confcommercio, Carlo Sangalli, il quale, presentando la ricerca sulla semplificazione amministrativa alla presenza del ministro Madia, ha detto: «Le Pmi non possono più sopportare 30 miliardi di oneri burocratici annuali e perdere 34 giorni-uomo l’anno per adempimenti fiscali. Chiediamo al Governo un impegno straordinario sulla riforma della Pubblica amministrazione con il pieno coinvolgimento delle imprese».«Se è vero - ha proseguito- che il Paese sta ripartendo, il Governo deve cogliere e rafforzare questi segnali, anche scommettendo sull’accelerazione delle riforme economiche e amministrative, perché solo così si potrà trasformare la ripresa in vera crescita». «Nel confronto internazionale – ha aggiunto- il numero delle ore necessarie per assolvere agli adempimenti fiscali per le nostre imprese è di gran lunga superiore a quello di altri Paesi: in Italia ogni anno le imprese devono impiegare 269 ore, corrispondenti a 34 giornate di un lavoratore a tempo pieno, il 52% in più della media dei Paesi Ocse, pari a 22 giornate». Oggi, ha concluso, «nel nostro Paese c’è bisogno di una buona burocrazia che consenta ai nostri imprenditori di lavorare con poche regole chiare e certe».
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica