L'uomo  dei tulipani, intervista all'autore Elia Banelli
Interviste Calabria

L'uomo dei tulipani, intervista all'autore Elia Banelli

giovedì 28 giugno, 2018

Catanzaro, 28 Giugno L’uomo dei tulipani è il romanzo d’esordio del giovane catanzarese Elia Banelli. E’ un giallo intrigante, ben strutturato, che si legge con vero piacere. Con una scrittura asciutta e scorrevole rapisce il lettore sin dal Prologo e non perde mai la presa su di esso. Con un ritmo che cresce gradualmente lo accompagna verso un finale mozzafiato.
“In una piccola città dell’Umbria una ricca signora muore in un incidente tanto sfortunato quanto improbabile: un vaso di fiori, caduto dal balcone di casa sua, la colpisce in testa, uccidendola sul colpo. L’appuntato Franco Laganà, inviato sul posto per archiviare il caso, scopre un dettaglio insolito accanto al corpo della vittima: un petalo di tulipano finto nascosto tra i fiori veri. Nonostante il parere contrario del maresciallo Urbani, Laganà non crede alla natura accidentale dell’evento, e finirà per imbarcarsi in un’indagine personale e clandestina, trovando sostegno solo in Rosanna, una poliziotta con cui, in passato, ha avuto una relazione tormentata. Mentre le indagini proseguono, un nuovo caso di cronaca squassa la tranquillità della cittadina: viene assassinato un celebre avvocato, avvelenato durante un ballo in maschera. Chi si nasconde dietro queste morti?”
Attraverso la costruzione di personaggi ben caratterizzati, intensi, con i dubbi e i problemi della vita reale, in cui il lettore può ritrovarsi, Elia lo guida abilmente in una storia avvincente, sfidando le sue capacità intuitive con i diversi finali possibili. Pone l’accento sull’animo tormentato di Franco Laganà che non gli consente di costruirsi una solida relazione ma è Lorenzo, un Family Banker che ha perso il suo lavoro, il personaggio che più fa riflettere, perché Elia spinge al massimo le conseguenze a cui può arrivare chi ha visto il suo bel mondo frantumarsi.
Seguendo Laganà nelle indagini ci si ritrova a camminare per le vie del borgo di Città di Castello ammirando palazzi, chiese e opere d’arte, a godere in macchina, delle bellezze paesaggistiche intorno al Lago Trasimeno, a stupirsi per il panorama incantevole e minaccioso che si vede dal battello che porta all’Isola Maggiore del lago. Dopo tanto verde ombroso sovrastato dalla nebbia non poteva mancare, però, alla fine il sole caldo alto nel cielo limpido della Calabria e il suo mare che luccica come un immenso tappeto di diamanti.
Non mancano neppure alcune piccole critiche che Elia avanza con garbo, per i gioielli artistici colpevolmente trascurati, ad esempio, o ad una parte dell’alta società umbra che ‘di giorno si manifesta pulita e ordinata’ ma all’ombra in realtà possiede molti vizi, e non risparmia nemmeno il mondo delle banche che, all’indomani della crisi del 2011, ‘per sfruttare al massimo le conseguenze della depressione economica, avevano cominciato a lanciarsi nel business del recupero crediti, approfittando di migliaia d’imprese e famiglie sul lastrico ’.
L’uomo dei tulipani in meno di due mesi è già in ristampa. Ne consigliamo caldamente la lettura e attendiamo con piacere il prossimo capitolo che, a questo punto, Elia non ci può negare. Saverio Fontana ha incontrato l’autore Elia Banelli, giornalista pubblicista, consulente finanziario per un primario istituto bancario che vive tra la Calabria, l’Umbria e Roma, per i lettori di infooggi.it.

Elia come è nata l’idea di scrivere ‘L’uomo dei tulipani’?
Io ho sempre avuto una grande passione per la scrittura fin da ragazzino, però mi mancava una storia interessante da raccontare. 'L'uomo dei tulipani' è nato per caso, io stavo passeggiando per Città di Castello quando ho alzato gli occhi e ho visto un vaso di fiori pericolante su un davanzale. Lì per lì mi sono detto 'se cade addosso a qualcuno succede una strage'. Dopo alcuni mesi ho preso la decisione di trasferirmi dall'Umbria di nuovo in Calabria. Una decisione carica di emozioni ma nello stesso tempo c'era la paura di fare un salto nel vuoto. Avevo bisogno, quindi, di una storia che raccontasse nella sua trama una sorta di viaggio implicito dall'Umbria alla Calabria. Ho deciso, così, di creare una storia in cui io potevo uccidere il mio passato e farlo con una serie di omicidi mi sembrava la soluzione migliore. Quindi ho unito la voglia di uccidere il mio passato, l'idea di creare una storia con al centro degli omicidi e questo vaso di fiori sospeso in maniera pericolosa ed è nato 'L'uomo dei tulipani'.

Un romanzo d’esordio ben strutturato che si legge con vero piacere, quali letture lo hanno influenzato?
Le letture sono varie, sono un lettore vorace da sempre. Non è un caso se ho scritto un giallo ma l'ho fatto perché sono prima di tutto un lettore di gialli. Le mie ispirazioni sono diverse, il giallo americano, Michael Connelly, il maestro Stephen King, il giallo tedesco, Wulf Dorn, il giallo inglese, J.K. Rowling che tutti conoscono per Harry Potter ma che in realtà ha scritto una trilogia di gialli con lo pseudonimo Robert Galbraith, e poi italiani come Carrisi e Camilleri. Oltre alla letteratura mi hanno ispirato molto anche il cinema e le serie TV.

Non ha trascurato i sentimenti e le emozioni dei suoi personaggi ma il lavoro di scavo maggiore lo ha fatto con Lorenzo, un Family Banker che ha perso il suo lavoro. Perché questa scelta?
Premetto che in tutti i personaggi c'è un po' di me ma io non sono nessuno dei personaggi. Lorenzo è un personaggio fondamentale del romanzo, è sia il centro ma anche colui che depista. E' l'elemento più completo nel romanzo, perché alterna follia e normalità. Uno degli aspetti che più mi è piaciuto indagare attraverso Lorenzo è proprio questo confine labile che c'è tra la normalità e la follia. Come può una persona che fino a quel momento della sua vita si è comportato in maniera normale improvvisamente, per una serie di motivi, impazzire e decidere di ammazzare delle persone? Ciò accade, purtroppo, quotidianamente nel mondo reale.

Diversi sono gli spunti critici che lei con garbo ha avanzato, ad esempio:
‘Laganà si rammaricò per l’ennesimo gioiello colpevolmente trascurato’. Lei crede che anche in una regione così rispettosa del proprio patrimonio artistico come l’Umbria non sempre si mette la necessaria cura?

Si, ho vissuto sette anni in Umbria, confermo che è una regione straordinaria, bella, cuore verde d'Italia, ben curata, ma non mancano i punti oscuri che sono sia dal punto di vista della scarsa valorizzazione che da quello dell'incuria di alcuni monumenti, palazzi, etc.

‘L’avvocato Angeloni si sente tutelato dalla fitta ragnatela di relazioni sociali’. La legge non è uguale per tutti?
Anche in Umbria ricordiamoci che siamo sempre in Italia. Non dimentichiamo che è una regione con un altissimo numero di logge massoniche. Non è esente da quelli che sono i mali tipici della società italiana, ci sono questi personaggi con un ruolo ambiguo e purtroppo anche la criminalità organizzata perché in Umbria sono state esportate sia la Camorra che la 'Ndrangheta, diverse inchieste, infatti, negli ultimi anni hanno sollevato il problema della presenza di organizzazioni 'ndranghetiste e camorriste. L'idea dell'isola felice, della regione perfetta, viene a volte scalfita dalla realtà.

Le banche ‘per sfruttare al massimo le conseguenze della depressione economica, avevano cominciato a lanciarsi nel business del recupero crediti, approfittando di migliaia d’imprese e famiglie sul lastrico ’. Cosa accadde nel mondo finanziario italiano all’indomani della crisi del 2011?
Sicuramente è accaduto che si sono scoperchiati molti vasi di Pandora. La crisi partita negli Stati Uniti nel 2008 abbiamo iniziato ad avvertirla in Italia nel 2011 ed ha scoperchiato gli altarini delle banche. In particolare le banche cosiddette 'del territorio', dopo anni che avevano elargito crediti 'alla Carlona', si sono ritrovate con centinaia di imprese colpite dalla crisi che non potevano restituire i prestiti. Questa mancanza di liquidità ha portato a perdite sulle obbligazioni detenute dai clienti, vedi il caso Banca Etruria, Banca delle Marche o Popolare di Vicenza. Sono nate, così, società che si sono specializzate nel recupero crediti e si è creato un business sulla pelle di persone che volenti o nolenti si sono trovati sulla soglia del fallimento.

‘In Umbria le persone sapevano essere gentili e sorridenti, ma era come se le emozioni scivolassero loro addosso ’. Lei che è per metà calabrese e per metà umbro, quali differenze caratteriali ha colto tra queste due popolazioni? [MORE]
Ci sono delle affinità e ci sono delle differenze. In Calabria ho trovato un calore umano e un affetto più spontaneo, anche un po' più naif. In Umbria, invece, prima ti devono conoscere e poi piano piano si aprono, però c'è sempre quella distanza che mantengono rispetto all'altro. Consideriamo, in ogni caso, che questa frase è di Lorenzo.

Per questo bel romanzo d’esordio una dedica speciale?
Si, a mia madre che, purtroppo, ci ha abbandonati quasi due anni fa. E' stata una tragedia che ci ha colto di sorpresa. Una perdita che ti forma il carattere ma ti cambia la percezione che hai della vita. Il rammarico è non poter fare più con lei tutte le cose che avremmo voluto fare. Lei ha fatto in tempo a leggere soltanto due pagine di questo romanzo e da buona mamma mi aveva segnalato alcuni punti critici. Spero che ovunque si trovi possa apprezzare il mio lavoro.
Saverio Fontana


Autore
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