Londra, quinta vittima: muore uno dei feriti
Cronaca Lazio Roma

Londra, quinta vittima: muore uno dei feriti

venerdì 12 agosto, 2011

 LONDRA, 12 AGOSTO 2011 – La capitale inglese dorme la sua seconda notte tranquilla, dopo i saccheggi e le violenze dei giorni scorsi. Ma il numero delle vittime continua a salire.
È morto in ospedale Richard Mannington Bowes, un uomo di 68 anni aggredito e ferito gravemente alla testa lunedì sera mentre cercava di spegnere un incendio a Ealing, alla periferia di Londra. La polizia - dice la Bbc - ha disposto l'autopsia sul cadavere e ha aperto un'inchiesta per omicidio. Si tratta della quinta vittima dall'inizio dei disordini.[MORE]

L'uomo, fa sapere la polizia britannica, si chiamava Richard Mannington Bowes, ed è stato dichiarato morto alle 23:52 (le 00:52 italiane). L'uomo fu trovato incosciente a terra nella tarda serata di lunedì a Ealing, dove c'erano stati dei saccheggi e dove diverse vetture erano state date alle fiamme. “Si è trattato di un episodio di brutalità che ha avuto come risultato la morte insensata di un uomo innocente”, ha dichiarato l'ispettore capo di polizia John McFarlane. La Bbc scrive che la polizia ha diffuso il fermo immagine di un uomo, indicato come il possibile aggressore di Mannington Bowes, ripreso da una telecamera di sicurezza.

Intanto il presidente della commissione affari interni Keith Vaz ha annunciato che a settembre, al rientro del Parlamento, sarà avviata un'inchiesta sugli scontri che hanno sconvolto Londra ed altre città inglesi. L'indagine, ha sottolineato Vaz, prenderà in considerazione anche i tagli alla polizia e il ruolo delle nuove tecnologie negli atti vandalici.

Il premier Cameron, dal canto suo, non esclude il blocco dei social network in caso di nuovi disordini. “Tutti coloro che hanno assistito a queste orribili azioni sono rimasti colpiti dal fatto che sono state organizzate attraverso i social network”, ha detto Cameron.

“La libera circolazione delle informazioni - ha aggiunto -  può essere usate per nobili azioni. Ma anche per azioni malvagie. Stiamo lavorando con la polizia, i servizi d'intelligence e l'industria per capire se può essere giusto impedire alle persone di comunicare attraverso questi siti e servizi quando sappiamo che stanno preparando violenze disordini e atti criminali”.

 

Lidia Tagnesi


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