Lo scrittore calabrese Antonio Altomonte discusso alla rassegna “Maggio dei Libri” di Lamezia Terme
Cultura e Spettacolo Calabria Catanzaro

Lo scrittore calabrese Antonio Altomonte discusso alla rassegna “Maggio dei Libri” di Lamezia Terme

mercoledì 29 maggio, 2019

LAMEZIA TERME (CZ) 29 MAGGIO - Lucidità critica,  passione meridionalistica, impegno culturale poliedrico  caratterizzano la narrativa  di Antonio Altomonte presentato ad un vasto pubblico nel corso di un incontro “La Letteratura meridionale del ‘900”  inserito nella rassegna del “Maggio dei Libri” organizzata dal Sistema Bibliotecario Lametino e dal Comune di Lamezia Terme. 

L’argomento è stato affrontato dalla  giornalista Lina Latelli Nucifero, autrice di  brevi saggi  su autori  meridionali  che hanno dato  un valido  contributo al patrimonio culturale italiano per le  loro  tematiche  di interesse letterario, storico, politico ed economico.     

La relatrice,affiancata dallo studioso Francesco Polopoli,  dopo aver delineato il profilo  dello scrittore, giornalista e critico Antonio Altomonte, si è soffermata sulle sue opere  al fine di metterne  in luce  le novità, le sue energie  artistiche e rappresentative della Calabria e  la giusta collocazione   dello scrittore nella cultura meridionale che si discosta da quella segnata da una peculiare conformazione storica che domina lo scenario letterario fino alla seconda guerra mondiale.     

« I mutamenti  sociali e politici, - ha affermato Lina Latelli Nucifero -  l’incipiente decollo industriale, le trasformazioni economiche sono tutti fattori che hanno incoraggiato la cultura meridionale a superare i suoi angusti orizzonti per confluire in un campo più vasto, quello della   cultura nazionale anche se  molti scrittori del Sud erano ancora fortemente legati alla radici storiche della propria terra di cui  esprimevano il carattere  attraverso la denuncia, la protesta, il vittimismo storico. In questa direzione si inquadra Antonio Altomonte che spazia in una dimensione di libera attività evitando il rischio di essere soffocato da rigide formule precostituite. 

«Oggi – ha continuato la relatrice con esplicito riferimento al pensiero di Altomonte  -  non ha motivo di esistere una letteratura meridionale che si esaurisca nella denuncia di maniera e dei vecchi mali del Mezzogiorno,  essendo  venute meno le ragioni, le premesse , le condizioni di partenza che erano alla base di essa». Nato a Palmi nel 1934, Antonio Altomonte,  iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina, coltivò interessi letterari seguendo le lezioni di Letteratura di Giacomo Debenedetti.  

A   27 anni si trasferì a Roma  poter svolgere  l’attività di giornalista con maggiore dedizione  avendo già scritto racconti e articoli sulla Gazzetta del Sud  e sul Tempo di cui divenne responsabile per le pagine culturali. La morte lo colse  nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio 1987, all’età di 52 anni, in una clinica romana, dopo una malattia durata un anno. Le sue spoglie furono traslate subito a Palmi. 

La relatrice Lina Latelli Nucifero ha sottolineato l’importanza dell’opera letteraria   di Antonio Altomonte  per la quale egli entra a pieno titolo nel  panorama della letteratura italiana, anche se  in una posizione meno eccentrica, e il lustro  dato alla Calabria  di cui rappresenta le migliori energie culturali per le  tematiche trattate nelle sue opere di forte richiamo nazionale ed europeo evidenziate dalla relatrice attraverso un’attenta disamina, animata dalla lettura di alcuni brani. Il feudo, L’idea del Corpo, Adolescenza, Dopo il Presidente, Sua Eccellenza, Il fratello orientale e le biografie Il Magnifico. 

Vita di Lorenzo de’Medici e Dante. Una vita per l’imperatore sono state le opere oggetto di attenzione  al fine di individuare i temi più salienti sia della narrativa italiana che europea di introspezione tra cui l’anonimato spersonalizzante, l’Altro Io o il Doppio o il Sosia, l’intrigo internazionale, la malattia, l’enigma, l’identificazione tra letteratura e vita, la disgrezazione del vecchio ordine,  il tramonto della classe borghese, l’emigrazione dei contadini ed artigiani in America  o nell’Europa del Nord,  la crisi esistenziale e la metafora del potere apparsa nel romanzo “ Dopo il Presidente”.

Foto: Polopoli e Latelli Nucifero

Lina Latelli Nucifero


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