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PALERMO, 29 LUGLIO 2012 – Hanno fatto scalpore nei giorni scorsi le lamentele dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana ai quali, a causa della crisi di liquidità che sta investendo la Regione, non è stato pagato lo stipendio di 13.000 euro netti per il mese di luglio.
Forti, naturalmente, le proteste di chi deve lavorare alacremente un anno intero per arrivare a quelle cifre. Quando ci arriva.
Decisamente meno scalpore, invece, sembra aver suscitato quanto avveniva in quella stessa assemblea qualche giorno prima, allorquando 39 deputati hanno bocciato – parandosi dietro il voto segreto - l'emendamento alla legge bloccanomine presentato dal presidente della Commissione regionale antimafia, Calogero “Lillo” Speziale (per il quale ad aprile era stato scoperto un progetto di attentato risalente al 1998) con il quale si sarebbero tenuti fuori dai luoghi decisionali della politica personaggi più o meno vicini alla mafia, corruttori e pregiudicati di varia natura.[MORE]
«Era un'occasione per fare del bene alla Sicilia ed è stata buttata al vento», il commento di Speziale.
L'emendamento era stato presentato durante le votazioni – a scrutinio palese - sul disegno di legge con il quale si impedisce al presidente della Regione, alla giunta ed agli assessori di poter fare «nomine, designazioni o conferimenti di incarichi in organi di amministrazione attiva, consultiva o di controllo della Regione» dal momento delle dimissioni del governatore.
Ad un certo punto il vero e proprio colpo di teatro da parte di otto deputati “bipartisan”, tra i quali il vicepresidente della Commissione regionale antimafia Rudy Maira dei Popolari di Italia Domani, indagato in un'inchiesta su alcuni appalti pilotati a Caltanissetta; Riccardo Minardo del Movimento per le Autonomie, arrestato e poi scarcerato per associazione a delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato; Salvino Caputo del Popolo della Libertà, condannato in appello ad un anno e cinque mesi per tentato abuso d'ufficio; Fabio Mancuso – stesso partito di Caputo – arrestato per associazione a delinquere, finanziamento illecito ai partiti e bancarotta fraudolenta, dando conferma di quanto detto qualche mese fa dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia a Marsala, allorquando aveva sostenuto che «il Parlamento siciliano è lo specchio fedele di una società e di una classe dirigente profondamente inquinata, soprattutto ai piani alti, dalle collusioni con il sistema mafioso»
Pur non potendo riproporre l'emendamento, Speziale non ha comunque intenzione di abbandonare la sua idea. Per questo chiederà ai partiti di inserire il divieto di candidare rinviati a giudizio nei programmi per le prossime elezioni Regionali. Sarà il caso, comunque, che il presidente della Commissione antimafia regionale prepari anche un terzo piano alternativo.
(foto: siciliainformazioni.com)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/]