Littering: abbandonare rifiuti negli spazi pubblici. Rovina del decoro e spesa sociale
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Littering una parola anglosassone che a Noi italiani non suona così familiare ma che sta ad indicare un fenomeno assai diffuso nel Nostro Paese, ossia l’inquinamento di strade, piazze, parchi o mezzi di trasporto pubblici causato gettando intenzionalmente o lasciando cadere rifiuti e abbandonandoli.
Quanti di questi luoghi pubblici sono spesso invasi da innumerevoli tipi di rifiuti che restano a volte per giorni e mesi in terra nonostante la presenza di appositi contenitori? Quante volte, noi stessi, incuranti dell’ambiente e quasi spensieratamente abbiamo gettato in terra, spesso inconsapevolmente, uno qualsiasi degli oggetti descritti precedentemente? [MORE]
Tra le cause principali della costante crescita del fenomeno, oltre alla perdita di abitudini antiche quali l’utilizzo dei “vuoti a rendere”, vi è lo smisurato aumento dei prodotti usa e getta, quali le bottiglie in PET, le lattine d'alluminio, le confezioni tetrapak, ecc. i giornali a diffusione gratuita ed i volantini pubblicitari, ed infine tra i tanti i famigerati mozziconi di sigaretta.
Al di là delle conseguenze negative per l’occhio umano quali il fastidio visivo generato per la rovina del pubblico decoro e per l’ambiente quale l’inquinamento del terreno, tale fenomeno oltreché a nuocere all’immagine del luogo compromette inevitabilmente la qualità di vita, il senso di sicurezza negli spazi pubblici e soprattutto genera costi sociali conseguenti alle spese per lo smaltimento a dir poco impressionanti.
Pensare che se nella sola pulitissima ed ordinatissima Svizzera uno studio commissionato dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha stabilito che le spese per lo smaltimento di questi rifiuti, in via approssimativa è pari a circa 200 milioni di franchi l’anno pari a circa 164 milioni di euro, quanto costerà nel Belpaese dove una vera e propria cultura ambientale diffusa stenta a decollare come denuncia da anni Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”.
Come tiene a precisare la suddetta ricerca, i costi per lo smaltimento di questi rifiuti sono assunti essenzialmente dalle pubbliche amministrazioni, ossia dai contribuenti e dagli utenti dei trasporti pubblici e quindi i Comuni e le aziende pubbliche di trasporto.
Se da una parte a causa del basso livello di civismo di gran parte dei Nostri concittadini insistiamo per la linea dura attraverso l’introduzione di apposite sanzioni per tutti quei cittadini che gettano colpevolmente oggetti in terra e li abbandonano e per misure tipo il pagamento della cauzione dei vuoti, dall’altra riteniamo inevitabile l’aspetto educativo e di sensibilizzazione attraverso una costante attività d’informazione e di comunicazione utilizzando i canali più incisivi: tra questi l’introduzione generalizzata di cartelli educativi e di apposita segnaletica a carico delle amministrazioni comunali - alle quali si rivolge quest’invito - ed il rilancio di questo importante aspetto dell’educazione civica nelle scuole di tutti i livelli di ordine e grado.
Giovanni D'Agata