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NAPOLI, 8 MARZO - Sono da poco passate le 20 di domenica sera: su un campetto privato in via Cupa delle Vedove, quartiere di Secondigliano (periferia nord di Napoli), un gruppo di adolescenti si sfida in una partita di calcetto.
Una serata come tante altre dunque, che dopo poco assume però un andamento meno prevedibile, macchiandosi delle tinte scure della cronaca nera.
Ai bordi del campo arriva un altro gruppo di ragazzini, tutti in sella ai loro motorini: cominciano a piovere provocazioni e insulti da parte degli ultimi arrivati, tanto da spingere a sospendere la partitella.
A questo punto la situazione degenera: si arriva allo scontro fisico, durante il quale un ragazzo ferisce gravemente un suo coetaneo, che si accascia a terra sanguinante.[MORE]
La vista del sangue allerta tutti i presenti, inducendoli ad un fuggi fuggi generale: gli aggressori scappano via; il ragazzo ferito, appena quattordicenne, viene trasportato all’ospedale San Giovanni Bosco, dove viene raggiunto dalla sorella, intanto avvertita dell’accaduto dagli amici del fratello: ricoverato d’urgenza, il ragazzo presentava una ferita al petto (molto probabilmente inferta con un oggetto contundente raccolto per strada), con perforazione di un polmone. Dopo l’intervento, le sue condizioni sono adesso stabili: in prognosi riservata, ma apparentemente non in pericolo di vita.
La squadra mobile della polizia ha immediatamente iniziato la caccia all’aggressore, conclusasi la sera stessa con il fermo di un 12enne: data la giovanissima età, il soggetto non è imputabile e di conseguenza la segnalazione è stata girata al Tribunale dei minori, a cui verrà affidato il piccolo delinquente.
Di tutta la storia spaventa, in effetti, l’età dei protagonisti e il poco valore che essi attribuiscono alla vita umana, frutto di una società che ha disimparato ad insegnare ai suoi figli.
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