L'Italia è piena di petrolio
Economia

L'Italia è piena di petrolio

venerdì 18 giugno, 2010

E l’Italia si scopre “ricca” di petrolio. Però lo sanno in pochi. Da un’inchiesta di Repubblica emerge il fenomeno della ripartenza della ricerca dell’oro nero nel sottosuolo del nostro Paese.
Le compagnie petrolifere italiane e straniere stanno facendo a gara per accaparrarsi le licenze per effettuare nuove trivellazioni dalla Val Padana fino in Sicilia.
Gli esperti intervistati dicono che il fenomeno è mondiale, che il rincaro del greggio ha innescato la ricerca di nuovi giacimenti. Il petrolio in Italia si trova però a 5000-6000 metri di profondità, l’estrazione quindi è più costosa rispetto a quella effettuata in altri Paesi. Nonostante ciò, secondo questa inchiesta, sono 700 ad oggi le trivelle che bucano il terreno, sia in terraferma sia in mare.
E nuovi permessi per trivellare in altri siti stanno per arrivare o sono arrivati da poco.
Le questioni che si sollevano sono numerose.[MORE]
La prima è di carattere programmatico. Dove vuole andare l’Italia? In un Europa che cerca le energie rinnovabili, con un Obama che ha fatto della Green Economy uno dei suoi cavalli di battaglia della sua campagna elettorale, con un disastro ambientale di proporzioni bibliche in atto, l’Italia ritorna al petrolio?
L’altra domanda che si pone è dovuta al fatto che i siti dove si dovrebbero aprire nuove estrazioni, sono in mezzo a parchi naturali, in mare di fronte a coste meravigliose, in mezzo a territori patrimonio dell’Unesco. Il Chianti in Toscana, la Val di Noto, l’Isola D’Elba e tanti altre zone sono appetite dalle compagnie.
Le associazioni ambientaliste, ma anche le comunità locali in molti casi, non sono d’accordo con lo stravolgimento della vocazione del territorio e con la prospettiva di sviluppo economico, ma soprattutto sono preoccupati per l’estrazione in territori a forte rischio sismico.
Secondo i fautori dello sviluppo petrolifero, il petrolio porterebbe ricchezza al territorio, grazie all’industria ed alle royalties, la percentuale che le compagnie cedono a titolo di risarcimento ai territori in cui si estrae il greggio.
La Basilicata ha ormai da anni avviato l’estrazione, ma l’economia della regione del sud non sembra essere cambiata più di tanto. Le persone direttamente impiegate nell’industria petrolifera lucana sono 400, ma solo il 60% è locale.
In altre parti d’Italia l’ammontare delle royalties a persona sarebbe l’equivalente di una cena fuori a base di pizza.
La ricchezza che verrà prodotta sarà sufficiente a far ingoiare la vista di una piattaforma a due passi dalle nostre spiaggie?

 


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