L'intervento di Tajani a Firenze: "Uscire dall'Europa sarebbe anacronistico"
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FIRENZE, 11 MAGGIO – Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani è intervenuto alla seconda giornata di “The State of Union”, la conferenza europea organizzata dall’IUE per fare il punto su sfide e prospettive future dell’UE. A parlare ci saranno, tra gli altri, il Presidente Juncker, Mattarella e Paolo Gentiloni.
"Uscire dall'Europa non ha alcun senso come non ha alcun senso uscire dalla moneta unica: sarebbe anacronistico". Lo ha detto il presidente Tajani aprendo il suo discorso. E sull’argomento dei dazi imposti dagli USA afferma: "Comprendo che per il presidente degli Stati Uniti è importante ricordare il principio 'America first' ma questo non significa 'America alone'”. L’aumento dei fondi per la difesa, previsto nel piano di bilancio Ue per il periodo 2021-2027 è “la prova che l’Europa crede nella politica estera e di poter svolgere un’azione da protagonista” a livello internazionale. “Senza difesa europea difficilmente potremmo essere protagonisti e tutelare gli interessi dei nostri cittadini” ha continuato Tajani. E sulla crescita europea "La recente ripresa è senza dubbio una buona notizia, ma si sta allargando la forbice tra i ricchi e i poveri e tra regioni arretrate e sviluppate. L''80% della nuova ricchezza va al 15% della popolazione più agiata".[MORE]
Nel discorso di apertura il Presidente della Repubblica Mattarella ha esposto il momento storico dell’UE: "Più sicuri che nel dopoguerra, più liberi che nel dopoguerra, più benestanti che nel dopoguerra, rischiamo di apparire oggi privi di determinazione rispetto alle sfide che dobbiamo affrontare. E qualcuno, di fronte a un cammino che è divenuto gravoso, cede alla tentazione di cercare in formule ottocentesche la soluzione ai problemi degli anni 2000". Bisogna riscoprire l'Europa - ha osservato -"sottraendoci all'egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l'impraticabilità all'Unione". "La operosa solidarietà degli esordi sembra essersi trasformata in una stagnante indifferenza, in una sfiducia diffusasi a tutti i livelli, portando opinioni pubbliche, Governi, Istituzioni comuni, a diffidare, in misura crescente, l'uno dell'altro. Non possiamo ignorare questo stato di fatto, né sottacere quanto sia diffusa, fra i cittadini europei, la convinzione che il progetto comune abbia perso la sua capacità di poter realmente venire incontro alle aspettative crescenti”.
Federico De Simone